Libri per imparare a scrivere? Attenzione al linguaggio che usate parlando

Quanti di noi hanno sognato, anche solo per qualche minuto di diventare scrittori? Tralasciando tutte le problematiche relative ad una eventuale pubblicazione concentriamoci un momento su l’atto di per se stesso: siete in grado di scrivere? La risposta è sicuramente affermativa, se nel momento nel quale parlate, vi esprimete con un linguaggio corretto. E’ quella la cartina tornasole della capacità di scrittura.  Se manca questo, è inutile acquistare libri per imparare a scrivere.

E non sto parlando di ipotetiche ispirazioni: sto focalizzando l’attenzione sull’atto stesso dello scrivere. E’ indubbio che per poter pensare di presentare un’opera ad una casa editrice vi deve essere prima di tutto una capacità riconoscibile di espressione. Se c’è una cosa per la quale non smetterò mai di ringraziare la mia maestra delle elementari è l’aver fin da subito coltivato le mie capacità di scrittura attraverso l’insegnamento di un linguaggio il più possibile corretto e privo di inflessioni dialettali.

E quando parlo di linguaggio corretto, intendo un modo di scrivere e di parlare privo di errori di grammatica e verbali che si voglie secondo una “consecutio temporis“: in parole povere il mantenimento dello stesso tempo verbale  in ciò che si sta esprimendo. L’errore più grossolano nel quale incombe talvolta anche la persona erudita è proprio quello di iniziare un pensiero al presente e finirlo al passato.

Quasi sempre, parlando, non ci si rende conto dell’errore che si fa. Ed è proprio per questo che un linguaggio corretto deve essere e sta alla base del “saper scrivere”: perchè è tanto difficile saper scrivere bene quanto è estremamente facile cadere, scrivendo, nei tranelli della lingua parlata.

Questo assunto dovrebbe essere la base di ogni libro che si “arroga” il diritto di insegnare a scrivere. Quasi un dovere morale. Altrimenti ci si trova  (come purtroppo spesso accade, n.d.r) a leggere dei libri dove il congiuntivo diventa un optional e la consecutio una chimera. Ed in quel caso si può parlare di tutto tranne che di una buona scrittura.

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