Ebook Lab Italia, tiriamo le conclusioni

Si è conclusa la prima edizione di Ebook Lab Italia, workshop sull’ebook e sull’editoria digitale. Un’esperienza davvero unica per tutti coloro interessati a comprendere qualcosa di più del settore e su tutto ciò che c’è dietro al libro elettronico ed alla sua gestione.

Tre giornate dense di appuntamenti davvero interessanti, nei quali vi è stato un modo di confrontare idee e soluzioni, sia da parte di coloro che rappresentano le case editrici ed i distributori, sia da parte del consumatore che ha potuto toccare con mano diverse caratteristiche di questo nuovo modo di fare letteratura.

Ovviamente, tra i temi affrontati durante il corso della terza ed ultima giornata, non poteva mancare il diritto d’autore e quel mondo immenso che vi è dietro a questo topic:  poiché non si è parlato solo di pirateria, ma proprio della direzione nella quale,  grazie agli eventuali passaggi “tecnici che possono essere eliminati grazie all’utilizzo dell’ebook, l’editoria si sta man mano dirigendo.

Si cerca di superare, hanno spiegato gli esperti, la tecnologia DRM, aumentando a un’espressione più ampia della stessa. Che col tempo porti il lettore a non lasciarsi tentare dall’illecito, non solo perché tale, ma anche perché non conveniente.

Un altro tema molto caro al consumatore è stato affrontato nel corso dell’ultimo appuntamento con la manifestazione: il formato, l’apparenza del ebook. Si è analizzato come per il lettore anche l’occhio abbia la sua importanza  e di come, in tal senso, possa essere concepito un ebook che assomigli in maniera fedele a un libro tradizionale.

Quali sono state invece le reazioni degli addetti ai lavori? Buoni spunti di riflessione sono stati dati dall’intervento di Antonella De Robbio, coordinatrice delle biblioteche giuridiche dell’Università di Padova, la quale ha affrontato con competenza e realismo l’approccio di eventuale materiale digitale all’interno delle università: è stata infatti sollevata la necessità di un “interoperatività” tra i vari formati presenti nella biblioteca.Ma soprattutto è stata posta una domanda. Come interpretare il discorso prestito? La grande differenza tra formato tradizionale e formato digitale presupporrebbe infatti, è stato suggerito, approcci totalmente differenti.

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