Crossroad di Jonathan Franzen, recensione

Jonathan Franzen potrà non essere lo scrittore più simpatico del mondo, ma con “Crossroad” dimostra a qualsiasi tipo di lettore che se sai raccontare bene la storia di una famiglia, sai raccontare anche quelli che sono pregi e difetti di una società senza annoiare ma lasciando qualcosa d’importante.

Romanzo valido a livello emotivo

Non stupisce che l’autore decida di puntare sugli anni ’70 per farlo e non si tratta di voler per forza trattare stereotipi quanto parlare forse di qualcosa che si conosce e che per via dei vari momenti storici vissuti rappresenta, volenti o nolenti una pietra miliare. Ormai si parla di 50 anni fa ma in qualche modo di un momento ancora molto vicino, almeno a livello emotivo, anche per le nuove generazioni, che di certo hanno vissuto ben altro e con una dotazione tecnologica differenti.

Gli anni ’70 sono periodo di caos ma anche di rinascita dove tanti approcci giusti e sbagliati si sono avvicendati. E Crossroad è un romanzo che porta in campo le moltissime contraddizioni di quei tempi, facendolo nel modo più giusto e non sempre semplice di partendo da una sorta di scontro generazionale che poi troppo scontro non è date le piccole sub-storie nella storia che ci raccontano come ideali e tradizioni spesso vengono messe a dura prova,  anche perdendo, dalla realtà che non può essere sempre “coerente” con se stessa.

Un libro che per certi versi è scontato ma che per altri nella sua scontatezza è comunque gestito bene nel racconto, sottolineando la capacità dell’autore di saper maneggiare bene le parole e di meritare pienamente, a prescindere che lo si ami o lo si odi, il successo che ha.

Stile adatto al racconto e ottima caratterizzazione

Crossroad di Jonathan Franzen è scritto nel classico stile dell’autore, con richiami religiosi (passateci il termine) che invece che annoiare aiutano anche a dare una spinta a un testo che in realtà non ha molto bisogno di aiuto. Sebbene alcuni elementi, va ripetuto, possono sembrare scontati è la caratterizzazione dei personaggi a salvare da eventuali problemi e a elevare il tutto.

Ci troviamo davanti a un romanzo niente affatto leggero, bello corposo e decisamente complesso, ma il fatto che sia stato creato basandosi su temi che la letteratura ama particolarmente come tempi storici e famiglie, rende più facile approcciarsi a lui e vederlo come una sfida da vincere. Va ripetuto: i personaggi sono la sua forza perché credibili. E questo unito a una scrittura buona e mai noiosa nonostante tutto fa di questo romanzo un testo la cui lettura è consigliata.

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