Il libro è sacro. Anche lo scrittore?

Molti lettori sono un po’, come dire, feticisti. Hanno questo rapporto sensuale con i libri: li accarezzano, li annusano, li osservano prima ancora di leggerli. Si sorprendono persino ad amare il fruscio delle pagine tra le nostre dita. Li consideriamo, un po’ tutti, sempre e comunque una promessa: di evasione, di pensiero, di viaggio, di cultura, di divertimento.

Siamo talmente legati all’oggetto libro che non siamo in grado di disfarcene persino quando fa palesemente pena. Perché la verità è che ci sono tanti pessimi scrittori in giro. Certo, de gustibus, però ciò non toglie che molti dei libri pubblicati siano scritti in modo approssimativo o non abbiano niente da dire. Neanche ad una seconda o terza lettura.

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Scrittori di destra, scrittori di sinistra, seconda parte

Vi raccontavo giusto ieri della polemica piuttosto frequente tra lettori di destra e lettori di sinistra. Dopo un po’ che ragionano sul valore di un romanzo o sulla bravura dello scrittore, cominciano inevitabilmente a discutere dell’orientamento politico di quest’ultimo.

Qualche anno fa lo scrittore Giovanni Raboni, scomparso nel 2004, scrisse un interessante articolo sul Corriere della sera proprio su questo argomento. Lo stesso articolo venne poi ripreso dal giornalista Paolo Mieli. Raboni, oltre a ragionare sul grosso equivoco che la cultura sia tutta a sinistra, provò a stilare un elenco di autori di destra:

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Scrittori di destra, scrittori di sinistra, prima parte

Quali sono gli scrittori di destra e quali quelli di sinistra? Ecco un dibattito che spesso infiamma le conversazioni tra amici. Non so se dipenda dall’abitudine tutta scolastica a sezionare i testi. In effetti quando leggiamo un libro un po’ sentiamo la voce della professoressa di italiano che ci invita a riconoscere, pena un cinque, le idee politiche di Manzoni e di D’annunzio.

Sta di fatto che dopo un po’, nella mia esperienza, un gruppo di persone appassionate di cultura ed abituate ad avere sguardi un po’ più ampi sulla realtà, si trasformano negli ospiti di un talk show televisivo di quart’ordine e cominciano a parlare per frasi fatte. Quali?

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Julian Barnes: a lui il David Cohen Prize for Literature

Dopo anni di pubblicazioni e diversi riconoscimenti, Julian Barnes è stato finalmente premiato con il David Cohen Prize, il premio biennale dedicato alla letteratura e ai grandi scrittori. Finalista, per ben tre volte, del Booker Prize, ora Julian Barnes si aggiudica un grande riconoscimento, un risultato che venne raggiunto nel 2009 da Seamus Heaney.

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Canone Inverso di Paolo Maurensig: quando il film supera il libro

Sebbene possa suonare davvero strano alle orecchie di un accanito lettore, vi sono dei casi nei quali la bellezza  della trasposizione cinematografica supera di gran lunga il libro al quale si ispira. Di più, talvolta il libro appare quasi scialbo rispetto alle immagini.

È il caso del libro di Paolo Maurensig, Canone inverso. Un libro pubblicato nel 1996 e dal quale qualche anno dopo il regista Ricky Tognazzi ha estratto la sceneggiatura del suo omonimo film.

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Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca

Un bel giorno, nel 1975, gli amici di Adriana Zarri ricevettero una sua lettera in cui li informava che si stava ritirando a vivere in un eremo tutto suo, una vecchia casa in cui intendeva dedicarsi alla preghiera e al silenzio. Non ho idea se i suoi più cari amici furono stupiti della sua decisione. Forse lo furono di più i suoi numerosi lettori e spettatori.

La Zarri, giornalista, teologa, scrittrice e soprattutto pensatrice autonoma e rigorosa, era, lo è sempre stata, una donna importante per la cultura italiana, che diede però scandalo, come si suol dire, a molti ben pensanti per le sue opinioni molto nette a proposito della chiesa cattolica.

Diciamo pure che i testi della Zarri, messi insieme alle opinioni di Don Gallo, di cui abbiamo già parlato su Libri e Bit, sono in grado da soli di mettere in crisi e rifondare la fede di un comune cattolico.

Ma Adriana Zarri non era “solo” una teologa, era anche una donna di carattere, indipendente, con le idee chiare, che aveva persino lasciato pronta la sua epigrafe (la Zarri è scomparsa nel novembre del 2010).

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Ore Giapponesi di Fosco Maraini

Ore Giapponesi, di Fosco Maraini, non è semplicemente un libro, è un viaggio, un viaggio lungo, di quelli in cui ci si perde tra i profumi del cibo, i suoni del mercato, le cerimonie religiose.

Un viaggio da fare con calma, senza fretta, senza distrazioni perché non siamo di fronte ad una guida del Giappone per chi intende visitarlo in una settimana, ma per chi vuol cercare di conoscere la cultura giapponese e gli abitanti di quei luoghi, per poi tornare a se stesso migliorato.

D’altronde sono le stesse dimensioni di Ore Giapponesi, più di cinquecento pagine, corredate di fotografie scattate dallo stesso Fosco Maraini, ad impedirci di correre. Solo così, d’altronde, è possibile capire come gesti apparentemente simili come fare il bagno o preparare il tè abbiano invece significati completamente diversi per un orientale ed un occidentale.

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Giorgio Faletti e il ghost writer

Paul Auster? Piacione. Philip Roth? Sopravvalutato. Proseguo nella carrellata degli autori da rileggere, riscoprire o bocciare inevitabilmente come antipatici. Oggi parliamo di Giorgio Faletti, cabarettista, attore, compositore, cantante e da qualche anno affermato scrittore di thriller.

Se Paul Auster è un po’ piacione e Roth secondo molti sopravvalutato, senza per questo negare la bravura di entrambi, cosa diremo mai di Giorgio Faletti. Ecco cosa ne dice la rete: Faletti? Uno che presta il nome ad un ghost writer.

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Federico Moccia ritorna: L’uomo che non voleva amare

Federico Moccia è uno dei più prolifici autori italiani: con le sue storie adolescenziali (e non) ha fatto sognare generazioni intere. Ora torna nelle librerie con un libro totalmente nuovo rispetto ai suoi standard: “L’uomo che non voleva amare”.

Come lo stesso autore ammette, si tratta di un romanzo più maturo, di tutt’altro tenore rispetto ai titoli come “3 metri sopra il cielo” o “Scusa ma ti chiamo amore” dal quale, tra l’altro, è stata prodotta una trasposizione cinematografica con Raoul Bova.

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Ivana Spagna si confessa…in un libro

È uscito lo scorso 8 marzo, nel giorno della festa della donna, il libro autobiografico di Ivana Spagna. Si tratta del secondo per la cantante, che nel 2002 ha pubblicato un libro di fiabe per bambini, “Briciola” con il quale ha conquistato il primo premio letterario “Letteratura per l’infanzia”.

Questa volta arriva sugli scaffali con un libro più maturo e denso di emozione. “Quasi una confessione! Tutto quello che non ho mai detto”, curato insieme al giornalista ed autore televisivo Maurizio Scandurra e pubblicato dalla Azzurra Music.

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