Il barile magico è un mondo in cui i racconti di uno scrittore importante, Bernard Malamud, vengono scelti e raggruppati in un unico testo che dona così la vita a personaggi e mondi diversi. Ne Il barile magico, edito dalla casa editrice Minimum Fax e distribuito proprio ieri, le storie di Malamud vengono legate tra loro e presentate al lettore come una collana di racconti ben confezionati. Nello stesso libro infatti, si affollano un ciabattino polacco che sogna un futuro diverso e sicuramente migliore per la sua unica figlia, un pensionato che si ritrova a lottare da solo per uno sfratto ingiusto, e un sarto ebreo che ritrova la fede grazie alla visita di un angelo nero; tre dei numerosi personaggi protagonisti della raccolta che ora vengono riproposti al pubblico in una versione tutta nuova.
Recensioni
Recensioni letterarie di libri ed ebook di ogni genere.
Jennifer Weiner, Vicino sempre più vicino
Vicino più vicino mi sembra il miglior romanzo scritto da Jennifer Weiner, il più maturo da un punto di vista narrativo. E’ appena uscito per la Piemme e si candida ad essere, secondo me, uno dei romanzi più letti dell’estate.
Tra gli scritti della Weiner, il mio preferito, naturalmente, resterà sempre Brava a letto, che l’ha fatta subito amare dal grande pubblico (e che pare diventerà presto una serie televisiva).Tuttavia, Vicino più vicino ha una scrittura diversa, più controllata, più limata rispetto alle opere precedenti.
D’altronde anche la protagonista, stavolta, non è una ragazza, ma una donna, Sylvie, che ha sacrificato la propria vita e le proprie aspirazioni per permettere a suo marito di fare carriera in politica. Dopo aver modellato, anche chirugicamente, il suo aspetto per poter apparire al meglio nelle foto ufficiali, dopo aver lottato per il suo matrimonio, Sylvie scopre che Richard l’ha tradita.
Insieme alla storia di Sylvie seguiamo anche quella delle due figlie: Diana, medico, sposata con un uomo che non ama e Lizzie, apparentemente la più fuori di testa della famiglia, che cerca di recuperare la propria vita dopo aver affrontato un periodo di disintossicazione. Ce la faranno tutte e tre a ridare un senso alla propria esistenza, a vivere un’affettività matura e libera?
Shadowhunters di Cassandra Clare: l’urban fantasy che piace anche ai grandi
Ho letto il primo volume della saga Shadowhunters, Città di ossa, con qualche perplessità. Il romanzo di Cassandra Clare era ancora acerbo, a volte ingenuo nei dialoghi e nella costruzione della trama. Mi sono però costretta ad andare avanti perché non conoscevo il genere e ne ero piuttosto curiosa.
Alla fine ho letto anche Città di cenere e Città di vetro, perché dovevo assolutamente sapere come andava a finire la storia di Clary, Jace e Simon.
Per i non addetti ai lavori ecco un’ultra sintesi della storia: Clary ha perso la madre in circostanze misteriose. Una sera, mentre si trova in un locale con il suo migliore amico Simon, si imbatterà negli Shadowhunters ovvero i cacciatori di demoni e scoprirà così un mondo che corre parallelo al nostro e di cui lei stessa, insospettabilmente, fa parte.
Più forti di prima, di Barbara D’Urso: recensione
Barbara D’Urso, sebbene contestabile per davvero tante motivazioni in questa ultima era di televisione, va detto che come scrittrice recupera in qualche modo quello charme che possedeva, sia come attrice che come presentatrice, prima delle avventure televisive sulla rete ammiraglia Mediaset. Il suo libro, “Più forti di prima”, ne è la riprova. Riesce infatti a risultare coinvolgente ed interessante senza per questo essere tacciato di ipocrisia.
Narrativa di viaggio: per menti in movimento
Lo confesso: sono pigra. Pigra e ansiosa. Ho amici che hanno girato il mondo e continuano a progettare voli di due giorni, quando io mi stresso anche solo con tre ore di macchina.Mi piacerebbe visitare posti lontanissimi da me, ma lo farei solo con il teletrasporto di Star Trek e anche in quel caso avrei qualche difficoltà e cercherei di opporre un po’ di resistenza. Eppure amo la narrativa di viaggio.
Credo sia una sorta di compensazione. Mi si attiva lo stesso processo mentale per cui, pur essendo terrorizzata dall’acqua, amo i racconti di mare e in particolare quelli di Conrad.
Quando leggo le storie e i diari di personaggi come Freya Stark, che organizzava da sola i suoi viaggi in un’epoca in cui le donne dipendevano moltissimo dagli uomini o alla sposa nomade, come il nostrano Corrado Ruggeri (leggetevi il bellissimo Farfalle sul Mekong) o Kate, la sposa nomade, che è ha lasciato Londra per andarsene in Tibet, sento che in qualche modo una parte della mia anima, quella più libera, è stata lì con loro.
Book trailer: Ragione e sentimento e mostri marini
Se siete deboli di cuore non guardate questo divertentissimo video. All’irresistibile senso dell’umorismo di chi ha realizzato il book trailer si allacciano anche effetti speciali niente male. Vederete sprofondare Mr. Dashwood nel lago, trascinato sul fondo dal mostro marino, con gran spargimento di sangue. Non so se anche I promessi morsi, versione splatter de I promessi sposi, presenti descrizioni altrettanto sanguinolente. Probabile.
Certo che, se davvero era affetta dalla variante dell’autismo detta Asperger, difficilmente Jane Austen avrebbe compreso queste versioni orror-comiche dei suoi più famosi romanzi. Ragione e sentimento e mostri marini segue infatti la fortunata pubblicazione del primo mash up, adorato dai giovani lettori, Orgoglio e pregiudizio e zombie.
Cosa resta del padre, di Massimo Recalcati
Da qualche anno il padre è tornato ad essere centrale nella riflessione collettiva. Cercando di ridare dignità al proprio ruolo, molti giovani padri hanno intrapreso un cammino di letture, romanzi e saggi, che non li classifichi come “mammi” o come surrogati della figura materna.
Ripensare la paternità, però, non è cosa facile, e non solo perché la letteratura più vasta è quella sul rapporto madre-bambino (dato di fatto cui il giornalista Maurizio Quilici ha cercato di ovviare con il suo Storia della paternità), ma anche perché confrontarsi con “il padre” è un processo doloroso.
In qualche modo, la madre è una figura che resta, anche dopo la sua scomparsa. Il padre, invece, va affrontato e superato. Sto forse parlando per stereotipi ed è per questo che sto trovando molto interessante il saggio di Massimo Recalcati. In Cosa resta del padre, l’autore, psicoanalista lacaniano, ci presenta, anche attraverso la storia del cinema e della letteratura, una paternità dai tratti ancora non precisi, una paternità in fase di cambiamento.
Le case degli altri, recensione
Premessa doverosa: 1. non mi piacciono i legal thriller e non amo i classici best sellers statunitensi; 2. in questo periodo sono talmente stanca che leggere mi risulta davvero difficile. Allora perché sono stata in piedi fino alle due per finire il libro, sapendo che mia figlia si sarebbe svegliata come al solito alle sei e mezza?
Perché Jodi Picoult scrive straordinariamente bene e perché Le case degli altri non è soltanto un thriller avvincente, di quelli che se non sappiamo come va a finire non ci dormiamo la notte,ma è in generale un bel libro.
Un libro anche importante, se consideriamo che si parla poco di autismo, di Asperger e della paura che noi esseri “normali” nutriamo nei confronti del diverso (diverso che spesso, nella nostra fantasia, equivale a pericoloso).
Mucchio d’ossa di Stephen King: recensione
Mucchio di ossa è quello che io amo definire uno dei libri atipici di Stephen King. Perchè permeato come sempre dalla sua solita aura di mistero e sovrannaturale, ma contemporaneamente e soprattutto una storia di amore. E quando Il Re parla di sentimenti, beh si può star sicuri che il libro non sarà mai deludente. Ed è proprio quello che succede in questo caso. Si tratta di una particolarità di questo scrittore della quale molto probabilmente non è cosciente nemmeno lui stesso.
Quando eravamo froci di Andrea Pini
Mi piacciono i libri che riescono a stupirmi e Quando eravamo froci è uno di questi. Andrea Pini ha composto un saggio che riesce a darci una prospettiva diversa dal solito sull’omosessualità. Si è reso conto che, oltre alle battaglie quotidiane per la dignità e i diritti degli omosessuali in Italia, è anche importante ricostruirne la storia e fare memoria di questa storia.
Come vivevano gli omosessuali in Italia quando la parola gay non esisteva e omosessualità era impronunciabile? Pini è andato ad intervistare personaggi noti e meno noti, non giovanissimi, ma al contrario con una certa esperienza di quei tempi in cui non c’era solo intolleranza, ma la negazione stessa del fenomeno.
Non avrei mai immaginato, ad esempio, che la liberazione dalla guerra avesse creato l’illusione di un mondo diverso, di una possibilità di esistenza per i gay che fino ad allora avevano taciuto la loro condizione. Allo stesso modo, mi ha stupita scoprire che il Partito Comunista, che oggi sembra quasi portavoce della diversità, stigmatizzava i gay esattamente come tutti gli altri partiti (Pasolini fu buttato fuori per questo).