Le case degli altri, recensione

Copertina case degli altriPremessa doverosa: 1. non mi piacciono i legal thriller e non amo i classici best sellers statunitensi; 2. in questo periodo sono talmente stanca che leggere mi risulta davvero difficile. Allora perché sono stata in piedi fino alle due per finire il libro, sapendo che mia figlia si sarebbe svegliata come al solito alle sei e mezza?

Perché Jodi Picoult scrive straordinariamente bene e perché Le case degli altri non è soltanto un thriller avvincente, di quelli che se non sappiamo come va a finire non ci dormiamo la notte,ma è in generale un bel libro.

Un libro anche importante, se consideriamo che si parla poco di autismo, di Asperger e della paura che noi esseri “normali” nutriamo nei confronti del diverso (diverso che spesso, nella nostra fantasia, equivale a pericoloso).

La Picoult si è documentata, mi sembra, in maniera impeccabile su come vivono le persone affette da Asperger e i loro familiari. Jacob è uno dei personaggi più credibili da me incontrati (e vi garantisco che nella mia vita ho letto molti, molti, molti libri).

Se però temete che il romanzo sia eccessivamente serio o deprimente, dato l’argomento, posso tranquillizzarvi: questa scrittrice ha la grande capacità di giocare tra ironia, tensione e paura, riuscendo così a descriverci un mondo reale, plausibile e dei personaggi in cui riusciamo passo dopo passo ad identificarci.

La narrazione è a più voci. Di volta in volta seguiamo la storia attraverso gli occhi di Jacob, di suo fratello Theo, della loro madre Emma, dell’avvocato Oliver e dell’investigatore Rich. E’ un modo di scrivere comune a molti autori, ma non tutti maneggiano bene questa tecnica e spesso il lettore si perde o si annoia nel saltellare da un personaggio all’altro.

La Picoult invece usa questa strategia per farci comprendere la complessità dell’Asperger e delle reazioni a catena che questo disturbo genera. Mentre leggiamo, non possiamo non chiederci come ci saremmo comportati, cosa avremmo pensato se ci fosse toccato essere Jacob o essere parte della sua famiglia e che verdetto avremmo dato facendo parte della giuria.

Se poi siamo anche madri o padri, ci verrà voglia di andare a riprendere gli articoli sugli effetti dei vaccini, per comprendere meglio le polemiche sorte negli ultimi anni. Personalmente mi ha incuriosito moltissimo l’elenco di personaggi che avrebbero o avrebbero avuto l’Asperger. Per citarne solo alcuni: Einstein, Jane Austen, Steven Spielberg.

Insomma, se volete un bel libro che vi accompagni in questa piovosa primavera, che vi piacciano o meno i legal thriller e le serie televisive CSI, Le case degli altri è una validissima proposta. Vi farà fare anche bella figura nel caso dobbiate fare un regalo: è avvincente, ben scritto, documentato. Non mi resta che dirvi: buona lettura.

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