A Bologna le bici erano come i cani, di Paolo Nori

paolo nori bologna biciParlare del libro di Paolo Nori mi riesce difficile. Mi è piaciuto molto, l’ho trovato davvero curioso ed è uno di quei casi in cui raccontarvelo significa togliervi il diritto di scoprirlo da soli. Ad ogni modo, per farla breve, racconta la storia di uno scrittore e del suo rapporto con alcuni suoi condomini. Con uno in particolare, Benito.

Questo signore perentorio e silenzioso vuole che il protagonista del romanzo svolga per lui un compito molto delicato (che si scoprirà solo alla fine del libro).

Intorno a questa storia centrale ruota tutto il mondo dello scrittore. Un mondo percorso in bicicletta e in cui tutti i personaggi hanno un soprannome. Un mondo che risulta familiare anche a chi non è affatto bolognese.

La scrittura di Paolo Nori è una sorta di disarticolato, piacevole e leggero flusso di coscienza. Dopo un primo momento di perplessità, lo seguirete nei suoi giri in bicicletta e nel modo piuttosto originale di articolare frasi e paragrafi. Sembrerà di passare del tempo in osteria con un amico.

A raccontarsi un Italia e una provincia che, fatte le dovute differenze, tutti abbiamo avuto l’opportunità di conoscere. Anche se non a tutti riesce raccontarla così.

«Mi ha detto Gianni che forse lei mi può insegnare», mi aveva detto Benito. Gianni era un mio vicino di casa. E anche suo, di Benito. Si chiamava Gianni e io lo chiamavo Gianni Morandi. Io mi chiamavo Bernardo e Gianni mi chiamava Bernardo Provenzano. Benito si chiamava Benito e Gianni si può immaginare, come lo chiamava. In quel momento mi era suonato il telefono. «Scusi», avevo detto a Benito, e mi ero alzato, avevo fatto due passi alla mia sinistra, avevo risposto.
«Buongiorno, – mi aveva detto una voce, – parlo con Bernardo Cabìb?». Era una voce cupa, ministeriale, che sembrava che non avesse mai riso in vita sua, o se aveva riso doveva aver fatto finta. «Sì». «Qui è l’Eco della Ciurmaglia, devo farle un’intervista». «Ah, – gli avevo detto io, – adesso sto parlando con una persona poi devo pranzare, mi può richiamare più tardi?». «A che ora?». «Verso le quattro». La voce aveva esitato appena poi aveva detto: Veramente ho dei tempi un po’ stretti». «Bene, – gli avevo detto io, – allora l’intervista la deve fare a qualcun altro, perché io adesso non ho tempo», e avevo interrotto la comunicazione, come si dice, mi ero voltato, Benito non c’era più.

Autore: Paolo Nori
Titolo: A Bologna le bici erano come i cani
Editore: Ediciclo
Anno: 2010
Pagine: 160
Prezzo: € 16,00
ISBN 978-88-6549-001-3

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