Presentazione de Il monte del Cattivo Consiglio, di Amos Oz

Uscirà solo il 12 ottobre il nuovo romanzo di Amos Oz ma le prevendite sono già iniziate in molti siti dedicati alla vendita on line di libri. L’ultimo libro dello scrittore israeliano torna, ancora una volta, ad affrontare la tematica del sogno, dell’irrealtà e della ferocia della guerra, un soggetto che è stato spesso dipinto dalla parole del saggista più conosciuto e apprezzato di tutto il mondo e volto di organizzazioni sociali come Peace Now. Il monte del Cattivo Consiglio accoglie tre racconti in un unico volume, tre storie che si inseguono e si allacciano tra loro fino a formare un unico percorso che si snoda nella città di Gerusalemme, in un periodo storico importante che segnò la nascita dello stato ebraico. Questo è il 19esimo romanzo pubblicato in Italia.

Ecco la sinossi del libro:

Gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segnò la nascita dello stato ebraico è la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de Il monte del cattivo consiglio e unite da un sapiente filo conduttore. Oz evoca qui, infatti, l’atmosfera tutta particolare che animava la città ebraica in quel periodo, e la narra attraverso lo sguardo di sé bambino, incarnato in diversi personaggi. La prima novella, che dà il titolo al libro, è un testo molto caro all’autore, che egli considera come una prima stesura di Una storia di amore e di tenebra. C’è una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario, una madre enigmatica che alla fine abbandonerà tutti e tutto. Uri, il protagonista de Il signor Levi, si guarda intorno nel suo piccolo quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. La guerra d’indipendenza è alle porte. Questo lo sa anche il dottor Emanuel, che in Nostalgia scrive lunghe lettere a Mina, una donna che ha amato. Lui è molto malato, sa che vedrà solo una piccola porzione di futuro. Per intanto le racconta il presente convulso, trepidante e pure carico di malinconia, che Gerusalemme viveva in quei giorni.

Lascia un commento