Harry Potter, il calice di fuoco non è plagio

Harry Potter ed il calice di fuoco non è un plagio. Lo ha stabilito la corte d’Appello inglese, presso la quale era stata depositata la denunci a carico di J.K. Rowling nel 2004. Ad accusare la scrittrice Paul Allen, l’amministratore dell’asse ereditario dell’autore Adrian Jacob, genitore di “Willy the Wizard”, libro dal quale, secondo l’accusa era stato copiato il quarto libro della saga di Harry Potter.

Il giudice Justine Kitchin ha quindi ordinato lo scorso marzo a Paul Allen il versamento di 1.5 milioni di sterline in tre rate per risarcire le spese legali sostenute da J.K. Rowling e dalla casa editrice Bloomsbury. Un risarcimento che non è avvenuto come spiega l’avvocato dell’editore:

Non hanno versato il denaro alla corte. L’intera faccenda è uno scandalo, si è protratta per sette anni. Un caso ridicolo.

La Rowling ha sempre rigettato l’accusa di plagio definendola in più occasioni sia infondata che assurda, ripetendo di non aver mai visto il libro di Jacob fino a quando non era stato presentato a lei nel 2004 nel corso del dibattimento. Un processo durato sette anni in grado di produrre, secondo i legali della scrittrice, solo una montagna di carte e di tempo perso.

La stessa denuncia era stata già presentata negli Stati Uniti dove, senza remore, il giudice distrettuale di New York incaricato del caso l’aveva dismessa senza colpa ferire. Anzi, commentando:

Il contrasto tra l’idea e l’atmosfera delle opere è così netto che un qualsiasi paragone tra le due oltrepassa l’ingenuità.

Un commento nato in base a delle ovvie circostanze. Prima tra tutte la lunghezza differente dei due libri: parliamo infatti di 734 pagine per il volume su Harry Potter e 16 per “Willy the Wizard”. Senza contare poi il differente messaggio morale evidenziato nelle storie. Il curatore sembra però non aver recepito il messaggio e a quanto pare non nasconde di poter/ voler ripresentare la denuncia presso un altro paese.

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