TommyKnockers-Le creature del buio, di Stephen King

Con “Tommyknocker-Le creature del buio” ho sempre avuto un rapporto abbastanza altalenante. È un libro che ho riletto spesso per via della sua scorrevolezza e del suo tema, ma che in alcuni momenti mi risulta ostico perché non propriamente focalizzato sull’intreccio che dovrebbe portare ad una naturale conclusione in base ai suoi elementi. Traducendo in parole povere: in alcuni casi sembra che la storia perda la sua consistenza.

Io sono sempre partita da un presupposto nel leggere questo libro: l’immedesimazione prima con la protagonista Bobby ed in seguito con il suo migliore amico Jim. Potrà sembrare un controsenso, ma sono sempre stata attirata dalla maniera nella quale Stephen King è stato in grado di mettere due persone dapprima sullo stesso livello, su due diverse scale.

È riuscito infatti nel rendere la “buona” della situazione un terribile mostro dal quale scappare, e lo stolto della storia un eroe, anche se in buona parte negativo e non accettabile come tale in altri contesti. Un ubriacone che diventa eroe grazie alla piastra di ferro che gli è stata impiantata in testa, e che gli consente di essere immune alle radiazioni che piano piano hanno soggiogato tutta quanta la cittadina.

La prosa dello scrittore in questo libro è tra gli esempi più apprezzabili della sua composizione. Sebbene abbastanza corposo il libro risulta  scorrevole e facile da leggere, nonostante le tante descrizioni ed i tanti dialoghi. Ciò che mi ha sempre attirato è stata la capacità di King nel rendere estremamente credibili cose che altrimenti non avrebbero avuto senso: un risultato che lui raggiunge attraverso la contestualizzazione e che in altri pochi libri oltre a questo gli riesce in maniera così completa.

Io consiglierei per tal motivo, sebbene allo stesso tempo non possa far a meno di notare come molte storie, molti particolari al suo interno potrebbero seguire un iter molto più diretto e collegato all’intreccio rispetto a ciò che avviene.

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