La stella di pietra di Marco Buticchi, recensione

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Vi sono thriller di buona fattura e thriller scritti giusto per occupare delle pagine bianche e vendere dei prodotti letterari scadenti e guadagnare. “La stella di pietra ” di Marco Buticchi, ringraziando il cielo appartiene alla prima categoria. E se avete intenzione di comprarlo perchè intrigati dalla trama, non possiamo fare altro che appoggiare la vostra scelta.

E’ inutile negarlo: sono rimasta completamente coinvolta e soddisfatta da come Marco Buticchi abbia gestito in maniera  i collegamenti tra le due epoche di riferimento del libro. Non è da tutti riuscire a costruire un thriller sulle basi da lui scelte per farle.  Aver creato una protagonista femminile come Sara Terracini è stato uno strumento essenzialmente geniale. I suoi studi sul Laocoonte, il gruppo statuario attribuito alla produzione classica, la portano a sospettare che il reale autore del complesso di statue sia in realtà Michelangelo Buonarroti. Come la trama e la storia ci ricordano, siamo nel  1487 ed un  giovane Michelangelo Buonarroti, allievo del Ghirlandaio, inizia a distinguersi nel suo campo e in merito ad un indole non proprio tranquilla. Al centro di tutto, di ciò che lo riguarda la creazione di questo “falso”.

Con ripercussioni nei nostri giorni, chiamando in causa addirittura le Brigate Rosse.  Non voglio spoilerarvi molto di questo volume: sono seriamente convinta valga la pena che lo leggiate da soli.  Il romanzo merita infatti sotto ogni punto di vista.  Lo stile è scorrevole e la lettura ne esce decisamente piacevole e veloce. Prendiamoci poi un attimo di tempo per fare davvero un applauso a questo scrittore capace, senza sbavature, di regalarci un pregevole mix tra finzione narrativa ed avvenimenti realmente accaduti. E come una canzone perfettamente equilibrata tra melodia e parole. Non vogliamo arrivare a dirvi che si tratti di un libro che si legge da solo, ma è senza dubbio uno dei migliori esempi di thriller giunti in libreria negli ultimi mesi.

 

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