La briscola in cinque di Marco Malvaldi, recensione

Non ho mai seguito un filo cronologico quando si è trattato dei libri di Marco Malvaldi, lo ammetto. E questo è valso ovviamente anche per “La briscola in cinque“, dove ancora una volta Massimo ed i vecchietti del BarLume hanno dato il meglio di loro.

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Parliamoci chiaro, per una che con i gialli quasi sempre fa a botte a meno che non abbiano qualche particolarità, i romanzi di Marco Malvaldi, e quindi ovviamente  anche “La briscola in cinque”, piacciono proprio perchè non sono i canonici gialli pieni di suspance ma delle storie dallo stile deciso e divertente caratterizzati da personaggi un po’ fuori dalle righe. Tutti con una loro storia ed un loro perchè. Inutile dire che il rapporto tra Massimo Viviani ed il Senato degli anziani è qualcosa di incredibile ed in qualche modo il vero fulcro di tutto il libro. Non ho dubbi nel consigliarvi di leggere questo libro, assolutamente. E’ divertente, facile da gestire e sicuramente valido dal punto di vista linguistico. Marco Malvaldi sa quello che fa quando trasforma i suoi pensieri in romanzi ed è impossibile non lasciarsi coinvolgere nelle storie che racconta. Perché la componente gialla non manca mai, anche se il tutto è caratterizzato da una semplicità disarmante.

E farò una cosa che di solito non faccio: vi consiglio anche la trasposizione televisiva di questo romanzo. E’ davvero valida e divertente. E si nota il fatto che Marco Malvaldi sia tra gli sceneggiatori: il suo tocco è presente e si vede. Fatevi un favore, leggete questo libro.

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