I sotterranei della cattedrale, di Marcello Simoni: recensione

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Un prezzo molto contenuto ed un autore che poi alla fine non è dispiaciuto tanto alla prima conoscenza, hanno fatto de “I sotterranei della cattedrale” di Marcello Simoni, un libro che mi son sentita di voler leggere. Il weekend è bastato per averne una idea solida e sincera. Come l’appello ad un editing un tantino più curato.

Non sono di quelle che si fossilizzano troppo su una ripetizione, se un buon paragrafo si inserisce nel mezzo, ma su  errori di battitura e refusi palesi…beh, un po’ mi ci altero. Spendendo dei soldi per un prodotto, ci si aspetta di avere un minimo di qualità che possa controbattere in qualche modo la pessima china culturale che l’Italia sta vivendo. A quanto pare, per ciò che concerne la letteratura di ogni sorta, negli ultimi anni, si deve rinunciare alla pretesa di un editor degno di tale nome. Detto questo, devo ammettere che è stato un po’ come tornare a casa. Dopo tanti libri, più o meno soddisfacenti, leggere una seconda opera di Marcello Simoni mi ha fatto apprezzare il suo stile in modo più convinto rispetto a “Il mercante di libri maledetti“. In quel caso una storia un po’ scontata mi aveva davvero buttato giù di corda. In questo caso, nonostante una non grandiosa caratterizzazione dei personaggi, “I sotterranei della cattedrale” ha mostrato una certa validità.

Su un fatto non ho dubbi: Marcello Simoni i muove bene nei romanzi storici. E questo intreccio svoltosi ad Urbino nel diciottesimo secolo non ha fatto eccezione. L’autore scrive bene, stilisticamente e tecnicamente, salvo qualche refuso e alcune ripetizioni e non ci si può lamentare davvero.  E’ un libro giallo e personalmente devo dire che è uno dei pochi, complice l’ambientazione, che non sia stato in grado di annoiarmi nonostante la mia reticenza al genere. Lo consiglierei alla fine come una lettura leggera e priva di pretese, che si conclude in semplici 128 pagine. E va bene così.

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