Perchè l’editor è importante per un libro

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Ne abbiamo parlato forse in tutte le salse, e non ci vergogniamo a ribadirlo: che lo si chiami editor o correttore di bozze, stiamo parlando di una figura basilare all’interno di quella che è la nascita di un libro. Genere erotico, fantasy, saggi? Non importa: qualcuno dalla mente fresca che sia in grado di rivedere il tutto in maniera oggettiva è necessario. Sia che si tratti di un opera omnia che di un romanzo auto-prodotto.

Lo abbiamo visto per i grandi titoli di vendita come “Cinquanta sfumature di Grigio”, lo vediamo continuamente per tanti ebook auto-prodotti. Se non vi è un’attenzione di tipo certosino nella pubblicazione, passano errori di battitura, ortografici e molte cose risultano pesanti e ridondanti. Lo dico senza problemi: l’unica opera auto-prodotta sulla quale non mi sono imbattuta in questo problema è “Ci sono anche io” di Roberto Pellico, il che va detto, ne esalta ancora di più le doti di ottimo scrittore.

Non si tratta di pignoleria: sbavature di scrittura capitano a tutti, anche a chi vi sta scrivendo ora e non lo ha mai negato. E se degli errori sono difficilmente perdonabili in un contesto informativo gratuito, figurarsi come il “disturbo” si ampli considerevolmente quando il libro e l’ebook devono essere giustamente acquistati. La delusione, a prescindere dal prezzo è tanta. Per diventare correttori di bozze, attualmente, basta un corso: non per ottenere una qualifica quanto per capire quale sia l’approccio da prendere nell’affrontare le opere degli altri.

E’ un vero peccato vedere come l’importanza di questo passaggio sia man mano scemata nell’ingranaggio totale delle case editrice: è impossibile negarlo quando ci si trova con un best seller di risonanza internazionale in condizioni grammaticali e ortografiche pessime.  E non per incompetenza dell’editor, non posso crederci. Penso più ad una necessita di “velocità” che mette a repentaglio il prodotto finale.

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