Recensione de “L’Isola dei monaci senza nome” di Marcello Simoni

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Quando si tratta di medioevo o rinascimento Marcello Simoni è una certezza, inutile prenderci in giro. E questo anche nonostante i suoi piccoli difetti, che di solito non rovinano la bellezza della lettura delle sue storie. Con “L’isola dei monaci senza nome” ha confermato ancora una volta questo assunto.

E’ palese. Conosce il periodo storico che racconta nei suoi romanzi. Ed in modo alquanto leggero,senza spingere troppo, ce lo dimostra, regalandoci ancora una volta una storia interessante e di un certo spessore. Non posso dirvi che sia quello che mi è piaciuto di più. Nonostante alcune macroscopiche defezioni,”Il mercante di Libri Maledetti” rimane il mio preferito dei suoi. Ma questo non significa che quest’ultimo volume non sia forse il migliore.

Anche in questo caso possiamo parlare di un thriller storico, dove la ricerca, il fattore investigativo (vogliamo chiamarlo così?, N.d.R.) sono predominanti, in qualche modo incrociati con il classico tema religioso che ormai è un segno distintivo di Marcello Simoni. Semplicemente qui ci spostiamo nel futuro di qualche secolo arrivando in pieno Rinascimento, nel luglio del 1544 qiando le armate di Barbarossa assediano l’Isola d’Elba. Scopo? Liberare il figlio di uno dei generali dalle galere. Almeno apparentemente, perché in realtà la liberazione del ragazzo è propedeutica allo scoprire il segreto che lo stesso custodisce, in merito ad un particolare “mistero” che potrebbe davvero portare alla caduta della Chiesa Cattolica.

Ovviamente non vi svelo altro per non rovinare la sorpresa, ma posso dirvi tranquillamente che se avete amato i precedenti libri di Marcello simoni “L’isola dei monaci senza nome” non vi deluderà affatto. Approcciatevi come avete sempre fatto ai libri con mente aperta e non pensando magari che in qualche modo vi ricorda Dan Brown senza averlo letto. In questo caso di pregiudizi devono essere lasciati fuori dalla porta. Fidatevi, ne vale davvero la pena di leggerlo. L’autore non delude mai alla fine.

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