Riding the bullet, di Stephen King

Il libro di Stephen King che sto per recensirvi rientra nella schiera di quelli che, pur apprezzandoli per la particolarità della storia ed il “terrore” (nel vero senso della parola, n.d.r.) che sono in grado di regalare, non mi hanno soddisfatto pienamente dal punto di vista dell’espressione tecnica. In poche parole, Riding the bullet, esprimendo il concetto nella maniera più semplice possibile, era una storia che meritava di essere approfondita e resa più fluida.

Si tratta sicuramente di un libro, o meglio di un racconto data la sua lunghezza, caratterizzato senza dubbio da un buon nucleo iniziale, ma considerabile rispetto ad altre storie portate sulla carta da Stephen King, deludente e poco caratterizzata. Di sicuro molti altri lettori e fan dello scrittore americano la penseranno  in modo completamente diverso dal mio: basti pensare che dal libro è già stato tratto un film, distribuito in America nel 2004.

A prescindere da tutto, questa storia rappresenta uno dei primi esperimenti di letteratura digitale di Stephen King. Si può dire che sia stato il suo primo ebook. Sebbene la versione italiana si trovi normalmente in commercio, nel 2000 (anno nel quale il libro uscito, n.d.r.) lo stesso era disponibile in download digitale presso il sito ufficiale dello scrittore, in mood gratuito.

Il Re è stato da sempre un appassionato del mondo letterario elettronico, differenza di Ray Bradbury, e come tale ha spesso tentato di sperimentare il più possibile in tal senso. Talvolta con successo come è accaduto con Riding The Bullet, altre volte con maggiore difficoltà come accaduto con l’incompiuto “The Plant”.

Di una cosa però bisogna dare completo onore allo scrittore: la capacità di partire da un concetto molto semplice come quello di un figlio preoccupato per la propria madre  e di riuscire a tirare fuori una storia che, sebbene personalmente consideri decisamente sacrificata, appaia nonostante tutto in grado di spaventare davvero chi si appresta a leggerla.

Lascia un commento