Ricordando Tiziano Terzani nell’anniversario della sua nascita

Se fosse sopravvissuto al cancro che nel 2004 lo ha strappato alla vita terrena, Tiziano Terzani, fotografo ma soprattutto scrittore e libero pensatore, avrebbe avuto oggi 73 anni. E chissà quante cose ancora avrebbe potuto insegnarci, semplicemente con la sua presenza. I suoi libri sono tradotti in decine di lingue e venduti in diverse parti del mondo. La sua semplicità, il suo vivere lontano dalle “preoccupazioni” terrene, quasi come una asceta ne ha caratterizzato gli ultimi anni di vita.

Fu l’unico, forse, a trovare il coraggio nel 2001, all’indomani del crollo delle Torri Gemelle, a trovare il coraggio a piene mani riuscendo a rispondere alle invettive di Oriana Fallaci a favore della guerra in Afghanistan con pacatezza ma al contempo altrettanta risolutezza. Spiegando i suoi perché, adducendo spiegazioni. Spiazzando per la sua calma e la sua logica lineare.

Perché lo scrittore aveva un pregio, forse scaturito proprio da tutte quelle esperienze che ne avevano segnato la vita: quello di andare al nocciolo delle questioni, senza per questo perdere quell’aurea di calma e tranquillità che da tempo era diventata il suo pregio principale. Ciò che fa di Terzani un “mito” per molte generazioni è stata la sua capacità innata di raccontare i luoghi nei quali ha vissuto negli anni per lavoro,  ed il modo nel quale, spesso con un sorriso o una risata, è riuscito letteralmente a salvarsi la vita in luoghi di guerra.

La sua carriera letteraria e giornalistica nacquero “quasi per caso” negli anni 70, in particolare dopo il trasferimento a Singapore. Questo viaggio lo portò a stretto contatto con il conflitto nel Vietnam, che fu spunto e materia delle sue prime pubblicazioni letterarie. Il suo romanzo più conosciuto anche da coloro che non sono suoi estimatori è senza dubbio “La fine è il mio inizio”.  Pubblicato postumo dal figlio, è proprio il racconto della sua malattia e del rapporto con Folco, suo erede.

Lascia un commento