Nathan Englander presenta “Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank”

Nathan Englander  di cosa parliamo quando parliamo anne frank

La figura di Anna Frank è una delle più emblematiche quando si parla di Shoah e della persecuzione nazista contro gli ebrei. La sua semplicità, il suo modo di aprire uno sguardo sugli orrori della guerra è da decenni strumento per educare i più giovani. Nathan Englander nel suo “Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank” l’autore non parla della ragazza e del suo diario ma la usa per analizzare come viene vissuta la cultura ebraica nel mondo.

Nathan Englander è uno scrittore affermato, considerato uno dei migliori scrittori ebrei della sua generazione. Un uomo che avendo passato buona parte della sua giovinezza in Israele ha un punto di vista molto interno ed al contempo critico nei confronti di ciò che significa essere di religione ebraica oggi. E’ impossibile negare che non vi siano ancora rigurgiti antisemiti nel mondo, senza contare che Israele viene quasi sempre messo sotto accusa per ciò che concerne la situazione palestinese e di conseguenza tutto ciò si riflette, automaticamente ed ingiustamente sulla cultura ebraica.

E’ forse proprio su questo che Englander punta: a far comprendere come la religione, nonostante la sua importanza, non debba rappresentare il metro di giudizio. Citiamo testualmente un suo brano per farvi comprendere meglio:

Se poteste entrare nella mia testa di bambino e guardarvi intorno vedreste un mondo pieno di ebrei: i genitori, i bambini, i vicini, gli insegnanti… tutti ebrei, e tutti religiosi nello stesso modo. Ora guardate la casa della bambina cattolica sull’alto lato della strada. Cosa vedete? Una macchia indistinta? Uno spazio vuoto? Se non vedete niente, se la vostra risposta è niente, allora state vedendo quello che vedevo io.

Il libro raccoglie una serie di racconti nei quali l’autore costringe il lettore a vedere la realtà come realmente deve essere vista, e da entrambi i punti di vista: sia quello ebraico che quello di chi professa una religione differente. Sottolineando con ironia e decisione, come sia arrivato il momento di imparare dagli errori, ed iniziare a smetterla di dare importanza a ciò che tale sentimento non merita. Personalmente penso sia un inno contro il razzismo.

Photo Credit | Getty Images

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