Montale e l’11 settembre

eugenio montale

Che cosa ci fanno insieme Eugenio Montale e l’11 settembre? Devo ammettere che l’accostamento è un po’ azzardato, ma ve lo spiego subito. Il 12 settembre 2011, domani, ricorre il trentennale della morte del poeta. Stavo cercando qualche notizia particolare sulla sua vita ed una poesia che non fosse, per me, una delle solite già sentite.

Mi sono così imbattuta nei versi di Montale che parlano della storia. Dopo avervi segnalato tre libri che parlano dell’attentato alle torri gemelle, questa mi sembra una chiosa perfetta. Perché dopo aver volto lo sguardo ai dettagli, ai complotti, al filo rosso degli attentati, viene anche spontaneo allontanarsi e cercare, se ce ne è uno, un senso a tutto.

La storia non si snoda/come una catena/di anelli ininterrotta./In ogni caso/molti anelli non tengono.
La storia non contiene/il prima e il dopo,/nulla che in lei borbotti/a lento fuoco.
La storia non è prodotta/da chi la pensa e neppure/da chi l’ignora.
La storia/non si fa strada, si ostina,/detesta il poco a poco, non procede/né recede, si sposta di binario/e la sua direzione/non è nell’orario.
La storia non giustifica/e non deplora,/la storia non è intrinseca/perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra/di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve/a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi/la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche/e nascondigli. C’è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge/quanto più può: se esagerasse, certo/sarebbe meglio, ma la storia è a corto/di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo/come una rete a strascico/con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s’incontra l’ectoplasma/d’uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n’ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono/più liberi di lui.

Photo Credits | fwooper su Flickr

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