A volte ritornano, di Stephen King

A volte ritornano è forse l’antologia di racconti di Stephen King più conosciuta anche da coloro che con lo scrittore americano decidono di non avere a che fare, specialmente tra le generazioni degli anni 80. Questo è dovuto in buona parte alla serie di film per il cinema e la televisione da lui estratti. Posso dire che è la sua migliore raccolta? No. Posso dire che al suo interno vi sono dei capolavori? Si, la risposta in questo caso è nettamente affermativa.

Ma non pensate male, il racconto che da il nome all’antologia è forse uno dei peggio scritti dal Re. Ho apprezzato il film (per il suo lieto fine forse, n.d.r) più di quanto abbia apprezzato il racconto.  E non è solo la differente fine, quanto una caratterizzazione dei personaggi davvero laconica rispetto ad altri racconti presenti nella stessa raccolta dello scrittore.

Uno davvero valido da leggere è sicuramente Quitters Inc. E’ stato in grado di fare venire i brividi anche a me che non sono una fumatrice. Esso infatti si basa tutto sulla capacità di far smettere di fumare alle persone senza che le stesse ingrassino. O riprendano a fumare. Vi basti pensare che la  ditta si vanta di avere una percentuale di successo del 98%. Come attraverso dei metodi messi a punto da un gangster morto di cancro ai polmoni causato dal fumo. Il particolare più rilevante? Una volta entrati nel programma di “riabilitazione” o si smette di fumare… o le conseguenze saranno davvero imponenti.

Altro racconto presente che merita attenzione da parte del lettore è “I figli del grano”, la cui storia supera di gran lunga il modo nel quale viene scritta.

La storia che sinceramente mi ha più colpita è “La primavera di fragole”. Ho dovuto leggerla almeno tre volte per capire che tipo di rapporto potessi avere io con quella storia. Non riuscivo a decidermi se mi piacesse o meno. Quel che so, dopo tante riletture, è che se fosse stata un po’ più lunga sarebbe stata perfetta anche come romanzo.

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