Londra, libri e rivolta: uno strano caso

E’ stupefacente come il mondo della letteratura riesca ad entrare di prepotenza, potremmo dire, all’interno della cronaca. Specialmente se tutto si ritrova ad essere collegato a degli episodi di violenza come quelli che hanno colpito Londra nei giorni scorsi. A quanto pare infatti, secondo il numero appena uscito di Tuttolibri, in molti negozianti si sarebbero “lamentati” del fatto che i saccheggi non abbiano colpito le librerie ed i negozi ad esso correlati.

Non che intendessero o volessero essere derubati, ma secondo i londinesi, questa scelta di non attacco può essere vista come un disinteresse generale nei confronti del libro e della lettura, vivibile come una certa analisi della composizione tipica della gioventù “agitata” di oggi: vogliosa di fare danno, ma decisamente poco interessante dal punto di vista culturale.

E non solo, secondo l’intellighenzia “libresca”, in parte tutto ciò sarebbe da imputare all’ebook, unica ancora di salvezza del comparto, almeno per ciò che riguarda il regno di Elisabetta II. Sebbene non hai livelli fatti registrare negli Stati Uniti, anche in Gran Bretagna, complice il linguaggio di composizione della maggior parte delle opere (quindi l’inglese, n.d.r.) il libro elettronico vende. Non molto, ma abbastanza da consentire alle case editrici di sostenersi e sostenere i propri autori.

I librai hanno deciso nel giorno delle rivolte di rimanere aperti: un po’ per non perdere delle preziose possibilità di vendita, ed un po’ (è netta l’impressione) per provocare un po’ questi giovani, molto stesso di buona famiglia che sono scesi in piazza per far sentire la loro voce e contemporaneamente distruggere, non metaforicamente, un paese non più adeguato alle loro esigenze.

Ad ogni modo i dati raccolti ultimamente portano a ben sperare, nonostante tutto. A luglio le vendite in Gran Bretagna sono state infatti, come già anticipato in crescita. Soprattutto per gli ebook, che rappresentano il 10% del mercato. In buona parte tale successo è da imputare a serie come Twilight, in grado di attirare le fasce di lettori compresi tra i 15-30 anni.

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