Little free library: la liberalizzazione del libro

little free library liberalizzazione libroLittle free library: tenete bene a mente queste tre parole. Sono l’espressione di quella che si potrebbe definire una piccola rivoluzione all’interno del settore. Una sorta di liberalizzazione del volume stampato. O più semplicemente un modo alternativo di condividere la letteratura gratuitamente. Al pari del bookcrossing, con un minimo di organizzazione in più.

Il tutto nasce nel Winsconsin, negli Stati Uniti, come progetto “no profit” (deve essere sottolineato, n.d.r.) partorito dalle menti di Todd Bol e Rick Brooks: davanti ad una tazza di tè un giorno hanno deciso di costruire una piccola “casetta per libri” da posizionare in un punto della loro cittadina, nella quale inserire le opere  da consigliare ad amici e parenti.

Da quel momento in poi, quella che è nata come una piccola idea divertente, è stata in grado di crescere e ripetersi non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo. Ghana, Germania, Canada: sono solo alcuni degli stati dove la pagina Facebook dedicata ci dà modo di visionare queste graziose “librerie libere” dove la gente inserisce dei volumi e li condivide con il resto della società.

Di concerto alla messa in atto dell’idea è anche nato il sito dove si spiegano le regola principali della condivisione e la maniera per costruire in modo autoctono le librerie o comprarne una a basso prezzo.  E’ un sistema semplice ed originale per contribuire alla diffusione della coltura spesso utilizzato anche per far capire ai bambini l’importanza della stessa e della condivisione.

In Italia il fenomeno Little Free Library ancora non è arrivato, complice forse anche la scarsa propensione del popolo italico a condividere beni di questo tipo.  Prescindendo da questo fatto è impossibile non notare come il sistema riesca a funzionare adeguatamente del resto del mondo mettendo in contatto i lettori con autori che forse non avrebbero mai pensato di leggere e far propri.

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