Harry Potter ed il principe mezzosangue: recensione

Il sesto libro della saga di J.K. Rowling, Harry Potter ed il principe Mezzosangue è il libro tra quelli della serie, più amato dalla scrittrice. E per onestà intellettuale va ammesso, è quello forse che risponde a tante e tante domande poste dai fan negli anni occorsi alla saga per venire alla luce.

Non manca l’azione in questo libro, ma viene “diluita” rispetto agli altri episodi al fine di dare al lettore tutte quelle spiegazioni “necessarie” a comprendere appieno la storia ed ad avere una idea della situazione generale in previsione dello scontro di Harry con il Signore Oscuro.

Questo sarà l’ultimo volume nel quale i tre amici frequenteranno la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Sarà quello nel quale Harry Potter dovrà fare i conti con il suo cuore, in tutti i sensi.

Non solo a causa della morte di Sirius Black, per lui la cosa più vicina ad un genitore che abbia mai conosciuto, ma anche a causa dei suoi sentimenti per Ginny Weasley, la sorella di Ron. Un amore sbocciato naturalmente, in parte trattenuto per non ferire l’amico, ma che alla fine del libro esplode rendendo più forte e contemporaneamente più vulnerabile il giovane.

Il volume, straordinariamente, inizia con l’incontro tra il primo ministro inglese babbano e il nuovo ministro della Magia, Rufus Scrimgeour. Un incontro particolare nel quale i due mondi si incontrano, sebbene a malincuore per fare il punto della situazione sui disastri e sulle vittime causate dalla cattiveria dei Mangiamorte.

Quest’anno Harry sarà scortato verso la Tana da Albus Silente in persona: un modo unico per fornire protezione al ragazzo e contemporaneamente renderlo utile alla raccolta di importanti informazione su Voldemort. Sarà proprio Harry a convincere il professore Lumacorno a riprendere il suo vecchio posto di insegnante di Pozioni. Difesa contro le Arti Oscure verrà presa in carica da Piton.

Con un intuito davvero notevole, sebbene non creduto in tal senso, Harry scopre che Draco Malfoy è un mangiamorte. Un fattore questo che sotto lo sguardo attento di Silente e Piton  rischierà di metterlo nei guai diverse volte. Ciò che risulta davvero importante per la carriera scolastica di Harry è la presa della cattedra di pozioni da parte di Lumacorno. I suoi standard consentono ad Harry lo studio della materia nonostante il voto non sufficientemente alto per gli standard di Piton, con la conseguente possibilità di diventare Auror un giorno. Ed è nel corso di una lezione che il giovane mago si trova ad entrare in possesso della copia del libro di pozioni appartenuta al “Principe mezzosangue”. Essa presenta molte note a margine, miglioramenti delle pozioni e tanti piccoli incantesimi “oscuri” ma efficaci, che affascinano molto Harry.

Il ragazzo affronta anche delle lezioni private con Silente. Quest’ultimo sapendo di essere condannato a morte certa a causa di un suo errore, intende svelare al giovane pupillo tutte le informazioni necessarie affinché lo stesso possa, una volta mancato lui, continuare la ricerca delle anime di Voldemort al fine di distruggerle.

Il clou della storia non è rappresentato solamente dal raggiungimento della spiegazione mancante sugli horcrux contenuto nel ricordo di Lumacorno, ma nel piano che Draco, su ordine di Lord Voldemort  ha organizzato: l’assassinio di Silente. Il ragazzo, fortunatamente ancora innocente nonostante tutto non riesce nell’impresa. Ci penserà Piton a finire il mago. Sarà nel corso del suo inseguimento nei confronti di Piton che Harry scoprirà che è proprio lui il Principe Mezzosangue.

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