Harry Potter e la pietra filosofale: recensione

Harry Potter e la pietra filosofale è il primo libro della saga fantasy della scrittrice inglese J.K. Rowling: una serie di sette libri nati come volumi per bambini e rivelatesi man mano nel tempo una vera e propria droga per uomini e donne di ogni età.

Un successo che, differentemente da ciò capitato per Twilight, è stato totalmente prescindibile dalla fama cinematografica, avvenuta in seguito. La spiegazione di ciò non va ricercata in una dialettica particolare o in una capacità di linguaggio spettacolare, ma nella storia di per se stessa.

L’intreccio infatti è al contempo così semplice ed eccitante da attirare con molta facilità l’attenzione del lettore. La creazione stessa di un mondo “incantato” così strettamente connesso al mondo reale quasi fa sì che la storia possa essere “presa per vera”, facendo scattare una immedesimazione istantanea per tutti coloro che decidono di leggerla.

In Harry Potter e la pietra filosofale incontriamo per la prima volta il nostro giovane protagonista. Appena undicenne, Harry è un bambino scarsamente considerato dalla famiglia nella quale si trova a vivere: una sorta di cenerentola femminile costretto a crescere praticamente senza amore né affetto.

La storia realtà inizia il 1° Novembre 1981, a Little Whinging in Inghilterra, nel giorno in cui Albus Silente, grazie all’aiuto del guardiacaccia Hagrid, lascia Harry sulla porta di casa degli zii Vernon e Petunia Dursley insieme ad una lettera in cui spiega che i genitori del bambino sono morti e in cui chiede di prendersi cura del piccolo.

Come ovvio che succeda il ragazzino non passa un’infanzia felice, fino al momento in cui riceve per mano di Hagrid, dopo numerosi tentativi falliti, una lettera che gli spiega della sua ammissione nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Harry Potter scopre un mondo tutto nuovo, e scopre di essere una “celebrità” nel mondo magico: lui è infatti l’unico essere mai sopravvissuto alla maledizione senza perdono lanciato dal mago più oscuro di tutti i tempi: Voldemort.

Con l’arrivo a scuola, arriva per Harry una vita che mai avrebbe sognato: l’amicizia con  Ron ed Hermione, la scoperta del gioco del Quidditch per la sua casa di studi, il Grifondoro e la possibilità di imparare a gestire i propri poteri. Presto il trio scopre che nella scuola è nascosta la pietra filosofale, elemento primario dell’elisir di lunga vita. I ragazzini pensano che la stessa possa essere in pericolo e, seppur sbagliando nell’individuazione del colpevole, decidono di darsi da fare per salvarla da soli.

È qui che Harry, ad 10 anni dalla morte dei suoi genitori, si trova la prima volta nuovamente faccia a faccia con Voldemort, il quale, per cercare di raggiungere la pietra si era impossessato del corpo di uno degli insegnanti della scuola.

Il primo volume della saga è forse quello che mostra di più al suo interno come effettivamente il ciclo di libri sia nato come una favola per bambini: pur non mancando scene di azione e mordente, è il linguaggio stesso utilizzato dalla Rowling a sottolineare questo aspetto. La storia scorre via veloce, senza particolari intoppi, risultando piacevole.

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