Eap o Pod?

Vetrina di una libreria

Cercavo una foto adatta a questo post e ho scoperto che ci sono diversi autori che si fanno un bel primo piano con il loro libro appena pubblicato tra le mani. Come lo avranno pubblicato? Hanno trovato un editore interessato? Hanno dovuto sborsare cifre considerevoli?

Insomma hanno scelto l’Eap o il Pod? Lo so, sembra un gioco di parole. In realtà stiamo parlando di Editoria a pagamento e di Print on demand. La differenza? L’editore a pagamento vi chiede una cifra considerevole per stampare e pubblicare il vostro libro, spesso tenendosi i diritti d’autore e garantendovi, praticamente, una non pubblicità.

Non solo perché non pubblicizzano il libro come dovrebbero, ma perché ormai sempre più siti o giornalisti rifiutano di occuparsi di testi pubblicati con questo sistema. Nessuno vuole naturalmente penalizzare lo scrittore. L’obiettivo è invece arginare un fenomeno ormai molto diffuso e che spesso diventa una vera e propria truffa ai danni dello stesso scrittore.

Allora, che alternativa c’è a lasciare la propria opera nel cassetto o darla in pasto all’Eap? C’è il Pod.

Cito dal sito BookBlister:

Se quello che desiderate è un libro e se pensate di avere tempo e voglia di sponsorizzarvi, potete andare da un bravo stampatore e mettere in pratica l’antico adagio “chi fa da sé fa per tre”. Se preferite le nuove tecnologie, optate per il POD (il print on demand), che è un po’ come diventare editori di sé stessi (dovrete occuparvi di tutto: tiratura, distribuzione, vendita).

Noi di Libri e Bit ne abbiamo parlato spesso: pubblicare con Lulu e Amazon, per dirne una, può essere una scelta interessante. I diritti restano all’autore. Certo poi è importante promuovere il proprio libro, ma con un po’ di impegno e con l’aiuto del passaparola online si ottengono discreti risultati. Qualcuno di voi ha già provato? Avete trasformato in eBook il vostro romanzo? Come lo avete fatto conoscere?

Photo Credits | Brew Books su Flickr

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