Don Camillo, di Giovanni Guareschi

Don Camillo, un nome che dice tutto, e non solo per la fama derivante dalle sue trasposizioni cinematografiche con protagonista Fernandel. Chi ha avuto la fortuna di leggere Giovanni Guareschi in qualsiasi forma, sa che non vi è opera migliore del suo Don Camillo per avere una diapositiva di quella che era l’Italia del dopo guerra con i suoi vizi e le sue virtù.Ed in fin dei conti la bellezza di un opera come quella dello scrittore, ( e Don Camillo è solo il primo di una serie di libri che raccolgono le storie di questo stravagante parroco, e del suo “nemico” Peppone, sindaco comunista n.d.r.) è proprio la sua capacità di essere attuale.

Anche oggi, con la nostra situazione macroeconomica e politica. Vi sfido a leggere questo libro ed a tentare di confutare questa mia recensione.

Credetemi, è impossibile. E non si tratta solamente della solita diatriba “destra-sinistra”, che tra Don Camillo e Peppone viene portata all’estremo del rapporto che esiste  a rescindere, ma dell’essere stesso dell’uomo che si  “attacca” ad una stupidaggine come la politica per spiegare le sue debolezze ed al contempo “nascondere” i propri pregi.

Basta scorrere tanti episodi raccontati in questo primo volume per rendersi conto come di entrambi i protagonisti puntino a mantenere sotto traccia il meglio di loro stessi, dando spesso il via a diatribe politiche assurde ma al contempo divertenti.

Un forte pregio di Giovanni Guareschi oltre quello di saper tracciare (quasi senza che lettore se ne accorga) dei fini ritratti psicologici dei propri personaggi, è quello di essere in grado di raccontare tutto con una prosa leggera e ritmata, condita da battute sagaci e da una cattiveria sottile che dà sfogo contemporaneamente sia all’ironia che dal giudizio. Basterebbe fare un sondaggio tra tutti coloro che hanno letto questo libro per scoprire che non di rado, magari, un elettore di destra si è trovato  a simpatizzare per Peppone  leggendo la storia ed uno di sinistra si è trovato ad immedesimarsi in Don Camillo.

Ciò è dovuto, nonostante le palesi e conosciute idee  politiche dello scrittore, alla sua capacità di dare un quadro completo della situazione, ad essere una sorta di deus ex macchina, ma soprattutto ad essere in grado di dare al Cristo parlante il ruolo di coscienza che chiunque, soprattutto persone come Don Camillo, dovrebbero  possedere.

Un libro consigliabile non solo per il messaggio, ma anche per l’ambientazione e per le risate in grado di causare.

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