E-book a scuola: gli studenti italiani preferiscono il cartaceo. Sarà vero?

Nonostante l’impegno di alcuni istituti scolastici primari e secondari, gli eBook non sembrano essere entrati nelle grazie di docenti e alunni. Da una recente ricerca, sembra infatti che il 78% degli studenti italiani continui a preferire i libri in formato cartaceo nonostante l’uso dei fratelli elettronici sia ormai stato ammesso anche dal punto di vista legislativo. Possibile che gli studenti delle superiori, cresciuti a pane e Playstation, preferiscano davvero studiare su un libro in carta e inchiostro piuttosto che su un piattaforma digitale?

La ricerca è stata svolta on line da Skuola.net, uno dei webzine che da anni di occupa del mondo della scuole e degli studenti, e che si è mossa per chiedere a tutti i lettori il perché di questo apparente ripudio.

I motivi del fallimento di questa nuova riforma, in realtà, sembrano essere molti e anche ben lontani dalla semplice preferenza. Se in pochi dichiarano di fare fatica e studiare su un libro elettronico o sul pc, in molti denunciano la scarsità dei testi scolastici disponibili in formato digitale, una realtà che si aggiunge al numero, alquanto imbarazzante, delle scuole che hanno scelto di applicare la legge, un dato percentuale che ammonta al 5%. Una goccia nell’oceano.

Solo 1 studente su 5 pare aver acquistato i libri di testo in versione digitale, una scelta comune a molti studenti italiani, per lo più divisi in fasce di età. Gli studenti delle scuole medie superiori, ad esempio, sembrano aver preferito l’eBook per ridurre il peso dello zaino, altri hanno dichiarato di averli acquistati per risparmiare qualche euro e incidere meno sulle spesa familiare; e molti altri, soprattutto gli studenti delle scuole medie inferiori, hanno invece dichiarato di aver acquistato i libri in versione digitale perché trovano più interessante e coinvolgente lo studio su eBook.

Diciamo allora la verità: lo studio in versione digitale, in realtà, piace e coinvolge la maggior parte degli studenti (tranne una fetta di tradizionalisti, ovvio), ciò che ancora manca nelle nostre scuole è la volontà di iniziare un nuovo percorso, una strada più stimolante per gli studenti della nuova generazione che ancora i docenti sembrano temere e odiare. Più o meno come un’autogestione.

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