Il censimento dei radical chic di Giacomo Papi, recensione

Spread the love

Talvolta per meglio comprendere ed affrontare quel che accade nella cronaca di tutti i giorni serve qualcuno che con la prosa dia la giusta chiave di lettura seppur romanzandola: e questo รจ quel che accade con “Il censimento dei radical chic” di Giacomo Papi.

Non รจ una novitร  per nessuno che usi e costumi in Italia stiano virando su un mare tutt’altro che calmo e benevolo: in molti, perchรฉ animati da empatia e senso di umanitร  sono stati etichettati come radical chic e buonisti solo perchรฉ si sono rifiutati di divenire una marmaglia populista razzista e poco equa. Partendo, si puรฒ dire, da questo assunto il romanzo ironizza ma dร  una grande lezione su quelle che sono le problematiche di alcuni comportamenti legati a vecchie e dolore tradizioni anticostituzionali che si stanno ripresentando con la scusa di difendere il paese.

Il tutto, in “Il censimento dei radical chic” di Giacomo Papi parte dall’uccisione di un professore reo di aver fatto sentire “inferiori” gli spettatori nel corso di un talk show con una citazione di Spinoza.ย  Approfittando della sua morte, fingendo di volerli proteggere,ย il ministro degli Interni istituisce il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic, che fortunatamente invece di credere al potere, iniziano a far sparire tutto. Se ad una trama che non solo arriva vicino a casa ma che รจ anche ben presentata ci si aggiunge un linguaggio scorrevole, il risultato รจ senza dubbio uno di quelli che ti consentono di essere soddisfatto di un acquisto nato sull’onda radical chic della protesta.

Lascia un commento