Il rosso e il nero, di Stendhal: recensione

Può un romanzo politico appassionare anche dal punto di vista tipico della letteratura rosa? La risposta si se parliamo de “Il rosso e il nero” di Stendhal. Lo scrittore infatti riesce a portare sulla carta una storia appassionante sotto diversi punti di vista. Coinvolgente e classica al punto giusto, ma dotata contemporaneamente di quella allure difficilmente riscontrabile nei romanzi storici dell’epoca.

Va ricordato infatti che Stendhal nella stesura di questa sua opera si ispirò ad un fatto di cronaca realmente avvenuto, la cui conclusione avvenne nel tribunale della corte d’assise del suo dipartimento di origine: l’Isère. Nello specifico un giovane seminarista, nel 1827, tale Berthet, fu giudicato il condannato a morte per aver tentato di assassinare una sua ex amante in una chiesa.

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Ricette sane e veloci per mamme impegnate

Ricette sane e veloci per mamme impegnate, di Cecilia Lombardini, è un libro davvero ricco di spunti e suggerimenti su come condividere con i bambini il momento del pranzo o della cena. Scoprirete con sorpresa che le ricette indicate nel manuale non sono affatto adatte ad un solo pubblico di minori di dodici anni, ma anche ad una bella cena tra grandi.

Le ricette infatti comprendono antipasti di pesce e di terra, primi piatti di pesce e di terra, secondi piatti di pesce e di terra, frittate, contorni, dolci. Ogni ricetta indica se possono partecipare anche i bambini alla sua preparazione e in quanto tempo può essere realizzata.

Vi sono ricette ultrarapide (ci mettete meno di quindi minuti), velocissime (sotto la mezz’ora) e veloci (richiedono all’incirca un’ora di tempo e non di più). Alcune ricette appartengono alla nostra tradizione culinaria, altre sono inventate dall’autrice. In alcuni casi, poi, Cecilia Lombardini suggerisce alcune piccole varianti per renderle più appetitose per i piccoli.

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Silenzio a Milano di Anna Maria Ortese

E’ un’Italia di cui non vogliamo sentir parlare quella Anna Maria Ortese. Un Italia fatta di povertà, a Napoli come a Milano, di piccola gente, di fatica, di speranze, di sogni. Un’Italia che sta facendo i conti con il dopoguerra, con la propria identità, smarrita, sempre in movimento.

Poche voci hanno saputo raccontare quegli anni in modo così semplice eppure così lancinante. Anna Maria Ortese (1914-1998), giornalista, scrittrice, ne faceva parte. Non aveva lo sguardo di chi viene dopo, di chi mette insieme frammenti di ricordi per consegnarli ai posteri.

Anna Maria Ortese, con grande maestria, non a caso parliamo di una delle più grandi scrittrici del ventesimo secolo, ci lascia entrare nei vicoli, nei condomini, nelle stanze semibuie, a volte umide e disordinate, nei pensieri, nei sentimenti dei protagonisti.

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Meglio il libro: Il deserto dei tartari di Dino Buzzati

Chi si ricorda Il deserto dei tartari di Dino Buzzati? Chi, soprattutto, è riuscito a leggerlo fino in fondo senza svenire? Scommetto che giace abbandonato nelle librerie di molti di voi lettori e che ancora adesso lo sbirciate di quando in quando, chiedendovi se avrete mai il coraggio di riprenderlo in mano.

Facciamo allora un rapido riassunto per chi non conosce il libro e per chi vuole rinfrescarsi la memoria. Il tenente Giovanni Drogo, poco più che ventenne, viene mandato alla Fortezza Bastiani, che presidia i confini settentrionali del regno. Dinanzi alla fortezza si staglia, appunto, il deserto dei tartari.

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Fatti a pezzi, Marco Travaglio risponde a Marco Alloni

Qual è il compito di un giornalista? A che serve la par condicio? Marco Travaglio è di destra o di sinistra? In Fatti a pezzi Marco Alloni dialoga con Marco Travaglio, che risponde a molte di queste domande. Il libro sembra un monologo solo perché l’intervistatore ha rinunciato alla classica dinamica domanda/risposta a favore di una maggiore fluidità di lettura.

In queste cento pagine, però, Travaglio parla anche del mestiere del giornalista, delle inchieste, della questione morale, del valore della legalità, della televisione italiana e del diffuso vizio dell’opinionismo.

Chi lo segue e ne legge abitualmente libri e articoli, troverà nel libro una piacevole intervista. Per chi non conosce Travaglio le sorprese sono invece molte.

[…] molte persone presumono che io sia di sinistra. Ma è una convinzione totalmente falsa.[…] Se dal 1996 voto per la sinistra è solo perché, da quando c’è il bipolarismo destra-sinistra, sono costretto a votare a sinistra perché a destra c’è Berlusconi e non potrei mai non votare contro di lui. Se ci fosse una destra liberale, non avrei nessun problema a votarla. Anzi mi identificherei molto di più in un centro sinistra liberale alla Chirac che nel centro sinistra italiano.

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La casa degli spiriti, di Isabelle Allende

La Casa degli Spiriti di Isabelle Allende rappresenta forse uno dei punti più alti della letteratura sudamericana e senza dubbio uno dei punti più alti della carriera della scrittrice.

Nipote del presidente deposto del Cile Salvador Allende e omonima della cugina figlia dello stesso,  Isabel ha sempre coltivato una certa passione per il giornalismo e la scrittura. Quest’ultima in particolare è stata sempre influenzata dalle diverse vicende famigliari, a partire dal destino dello zio, fino ad arrivare alla morte della figlia Paula nel 1992 per porfiria.

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Sei Biblioteche, la recensione

Dopo il giallo L’ultimo libro, Zoran Živković torna sugli scaffali italiani con una nuova opera tutta dedicata ai libri. Sei biblioteche però non è un romanzo come tutti gli altri: all’interno si aprono infatti sei diverse storie collegate tra loro e che guidano il lettore verso sei luoghi, sei biblioteche appunto, dal fascino davvero surreale. Il protagonista è sempre lo stesso ed è lui la voce narrante del libro, e sarà sempre lui che si muoverà tra gli scaffali e la polvere di biblioteche bizzarre, luoghi magici e insieme comuni. Il lettore si addentrerà nella biblioteca di casa, che arricchirà lui stesso fino ad arredare tutto lo spazio del suo appartamento di libri di grandissime dimensioni e contenuti; la biblioteca virtuale dove il lettore, e scrittore, scoprirà i titoli e le sinossi dei libri che non ha ancora scritto; la biblioteca notturna dove, mentre di giorno è possibile consultare classici e grandi opere conosciute al pubblico, di sera vengono conservati e prestati i libri sulle vite di ognuno di noi; la biblioteca infernale dove i peccatori vengono puniti con la lettura forzata ed eterna; la biblioteca più piccola dove i libri vengono racchiusi in un unico e infinito testo e la biblioteca più raffinata, una biblioteca per palati ed occhi fini. 

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Meglio il libro: Cime tempestose di Emily Brontë

http://www.youtube.com/watch?v=b84eJYx1xyA

Cime tempestose, Wuthering Heights, è il romanzo che rese famosa Emily Brontë, sorella dell’altrettanto dotata Charlotte, autrice di Jane Eyre. Da quando ero bambina ho sentito prendere in giro Catherine che urla il nome del suo amato Heathcliff nella brughiera (non siamo dei sentimentali in famiglia). Nonostante ciò il romanzo e uno dei film che ne sono stati tratti mi hanno regalato delle grandi suggestioni quando ero ragazzina.

La brughiera, l’erica, l’amore tormentato, il mistero. Mistero che se solitamente trova una spiegazione plausibile resta in questa storia quasi sospeso: il piccolo Heathcliff viene adottato dal padre di Catherine. Fisicamente è molto diverso da tutti loro, scuro di pelle, di occhi, di anima. Fino alla fine la storia delle sue origini non verrà svelata mai seriamente.

Catherine e Heathcliff si ameranno e odieranno da subito, suscitando le ire e le invidie di quanti sono loro vicini. Questo amore, se vogliamo, non è mai però abbastanza forte da consentire ai due di superare se stessi per andare l’uno incontro all’altro. Certo sto semplificando.

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