Amazon odia Star Wars?

amazon odia star wars

Il titolo è ovviamente ironico e polemico visto che parliamo di self publishing e della capacità di Amazon, che non è solo retailer ma anche piattaforma di auto-pubblicazione ed editore, di poter bannare o fermare le pubblicazioni che violino in qualche modo il copriright.  La storia? Un libro negli Stati Uniti perchè riportante le parole “Star Wars“, Guerre Stellari.

L’incidente è accaduto a tale Gib Van Ert ed al momento in cui vi scriviamo ( la censura è avvenuta nel corso delle feste di Natale, N.d.R.) l’ebook risulta pubblicato su Amazon. Questo però ci da comunque modo di dissertare un pochino, ancora una volta su due fattori alquanto importanti: il diritto di autore e la loro protezione. I problemi di copyright evidenziati dalla piattaforma digitale nei confronti dello scrittore infatti erano proprio relativi al titolo “A Long Time Ago: Growing Up With And Out Of Star Wars” ed al fatto che il film di Lucas venisse più volte nominato.  Appare evidente, vista la rapidità di risoluzione del problema, che la colpa di tutto sia da attribuire ad un software un tantino zelante in materia di controllo.

E’ qui che si aprono due strade di pensiero, o meglio due domande: un software è sufficiente a garantire l’esattezza decisionale in merito al copyright, anche se perfezionato? Vi è bisogno di un umano che controlli o legga il libro? Due sfumature molto vicine e che in qualche modo demarcano l’inizio e la fine del self publishing. Se una persona viene messa a leggere le “bozze” dove fa a finire il concetto di auto-pubblicazione. E’ altresì vero però, e questo caso lo dimostra, che un programma, per quanto ben congegnato, spesso si rivela inutile.

Ho i miei dubbi che sia possibile trovare una via di mezzo funzionale, almeno per il momento. Ed è altamente probabile che incidenti.alla “Star Wars” si ripeteranno ancora.

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