Alfonso Luigi Marra, questo marketing funziona?

Sarò sincera, fino ad ora mi sono tenuta debitamente a largo dal libroIl labirinto femminile” del filosofo Alfonso Luigi Marra: i suoi spot, piuttosto che attirarmi, mi spingevano decisamente lontana da ogni velleità di informazione. L’ultima trovata pubblicitaria in ordine di tempo è quella di utilizzare la soubrette Sara Tommasi travestita da Bin Laden che pian piano si spoglia. Questo può portarci ad una riflessione tra editoria e marketing che non dobbiamo lasciarci scappare.

Il mercato editoriale è quello che è al momento. Risente della crisi come ogni altro settore della nostra vita e come tale ha visto calare esponenzialmente le vendite. Per “costringere” il lettore a comprare, vi è un’unica soluzione: attirarlo attraverso strategie di marketing mirate. Insomma, creare quella certa aspettativa e curiosità che convincano il consumatore a comprarsi un saggio piuttosto che una pizza fuori (spesso e volentieri quest’ultime costano meno, n.d.r.).

Ecco quindi la necessità di puntare su qualcosa di scioccante. E Marra in questo, abile venditore di se stesso, di certo ha trovato l’escamotage pubblicitario migliore: prendi una bellezza qualsiasi e mettila a parlare di cose che nemmeno capisce. Abbiamo visto Manuela Arcuri, addirittura “Ruby Rubacuori”, la ragazza al centro di scandali di enorme portata. Dopo un po’ evidentemente anche questa formula deve aver smesso di stimolare le vendite, perché dopo un certo periodo di silenzio, Alfonso Marra è tornato in auge, giusto nei giorni scorsi con quest’ultimo spot.

O meglio ad un’anteprima: lo stesso verrà infatti presentato nella sua integralità il prossimo 30 giugno. Il tutto inizia con Sara Tommasi, altra donna coinvolta nel “Rubygate”, travestita da Bin Laden, con un mirino da cecchino puntato sulla testa. Dopodiché, su un testo del quale non vi sono anticipazioni, la soubrette si spoglierà e parlerà del libro, attraverso un “gioco” (non vogliamo nemmeno pensarci) ancora da scoprire.

Il lato orrendo della questione? Non queste pagine penose di spettacolo, ma il fatto che molto probabilmente molte donne si asterranno dall’acquisti proprio per questa assurda campagna.

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