Recensione di Piuttosto che. Le cose da non dire, gli errori da non fare

Piuttosto che, Valeria Della Valle, Giuseppe PatotaDopo la ramanzina del nuovo (?) Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai politici italiani, ecco un nuova bacchettata inferta ai nostri cari parlamentari. Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, esperti linguisti e professori di lingua italiana presso l’Università di Roma e Siena, scrivono a quattro mani il manuale Piuttosto che. Le cose da non dire, gli errori da non fare, un manuale e prontuario degli errori più commessi nel mondo dell’editoria, del web e della politica.

Il manuale degli errori, un volume di 163 pagine costruito su una lista di strafalcioni in ordine alfabetico, presenta le parole che gli italiani dimostrano di non saper utilizzare, errori di tipo sintattico, ortografico e fonetico; insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti!

Nel volume Piuttosto che (a proposito, c’è un’intera parte dedicata a questa espressione) sono gli errori i veri protagonisti, tanto da comparire in ordine alfabetico e in grassetto, una scelta editoriale e grafica che potrebbe disturbare la vista dell’italiano attento, quello che, per fortuna, non osa tradire la propria lingua. Tra gli errori dei vip e politici, gli autori citano quelli dello staff di Luigi de Magistris (accusato di aver dimenticato qualche “h” nel comunicato ufficiale), Daniela Santanchè (anche lei poco amante delle “h” a bacchettata per lo stesso motivo), Valter Lavitola (colpevole di aver apostrofato davvero, un errore imperdonabile, diciamolo!).

Il libro, pubblicato dalla casa editrice Sperling & Kupfer, è molto interessante e divertente, come dev’essere stato raccogliere tutti gli errori dei vip del mondo dello spettacolo e della politica e potersi finalmente liberare di qualche sassolino scomodo e fastidioso. Una sola critica: da lettrice avrei preferito leggere l’errore in una “veste grafica” diversa (magari un corsivo?) e notare invece il termine corretto in grassetto in modo che questo entri nella mente di tutti i lettori e i “piuttostoche-iani” convinti che la lingua, maccaronica e di strada, sia fatta per essere bistrattata!

 

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