Recensione de L’uomo che dormiva al parco, Benedetta Cibrario

L'uomo che dormiva al parco, Benedetta CibrarioIn poco più di diecimila caratteri (circa nove pagine) e un titolo particolare come L’uomo che dormiva al parco, Bendetta Cibrario racconta al lettore una storia comune, quella di lavoratore italiano che, a causa della crisi economica, ha perso il suo posto di lavoro e, con questo, la dignità di ogni singolo uomo.

Incapace di riposare durante la notte, Andrea, questo il nome del lavoratore ormai disoccupato, si dirigerà ogni giorno per otto ore verso le panchine della sua città dove si siede e contempla la vita che lo circonda fino a quella sensazione di torpore che lo assale e lo costringe a chiudere gli occhi.

Oltre ad Andrea, compaiono nel breve romanzo anche la figlia e la moglie, due figure femminili che condividono le stesse mura con il protagonista senza però condividerne appieno il dramma: Andrea, infatti, non parla con loro della depressione che gli provoca l’insonnia e la vergogna per lui è così grande da costringerlo a restare fuori dalla sua stessa abitazione rispettando, come un fedele e rispettabile impiegato, gli orari del suo ufficio.

Il romanzo breve di Benedetta Cibrario, inserito nella collana Zoom della casa editrice Feltrinelli e acquistabile a poco meno di un euro, racconta in pochissime pagine un dramma familiare condivisibile che la scrittrice riesce a narrare con una semplicità reale. A chiudere la scena non è la risoluzione del dramma personale, come vorrebbero i lettori e come io stessa ho desiderato, ma la condivisione della situazione tragica dell’ex lavoratore con la figlia che, decisa nell’affrontare il padre, lascerà aperto lo spiraglio verso un nuovo inizio.

Ecco la breve sinossi del romanzo L’uomo che dormiva al parco:

Andrea è un uomo dalla vita inversa. La sua esistenza è stata ribaltata dal licenziamento, e ora tutto ciò che conosce lo soffoca, gli serra il petto in una morsa e gli impedisce di dormire. Non c’è farmaco che tenga: l’unica, segreta, pace è nella routine degli altri, osservandoli alla luce del giorno, seduto su una panchina del parco. Appisolarsi così, in mezzo a estranei. Ma è un segreto che le persone che ama non devono scoprire. Numero caratteri: 10.921

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