Il circo maledetto di Ann Featherstone

Il circo maledetto” di Ann Featherstone rientra senza dubbio nel genere thriller, ma al contempo guadagna senza paura di essere smentiti, il titolo di “visionario”. La scrittrice appare infatti in grado di saltellare con grazia e maestria da un colpo di scena all’altro.

Si potrebbe obiettare che questa sia una caratteristica di molti. Ciò che riesce a fare questa docente di storia del teatro all’Università di Londra, però ha una caratteristica in più: riesce a rendere credibile anche l’impossibile. Partendo, per prima cosa, dalla caratterizzazione dei suoi personaggi.

Ma andiamo con ordine. Ci troviamo a Londra, in un punto temporale imprecisato del 19º secolo. Spettacoli itineranti e non di ogni genere sono all’ordine del giorno, ed è proprio in uno di questi che incontraiamo i protagonisti della nostra storia. Impegnati in uno spettacolo tra il lecito e l’illecito troviamo Corney, Lucy e Bessie. Fanno il loro lavoro come meglio conviene, e se l’uomo alterna allo spettacolo qualche lavoretto di carico e scarico merci, le donne arrotondano prostituendosi per le strade più malfamate della città.

Una notte, proprio dopo uno degli spettacoli meglio riusciti nell’intera compagnia, Bessie  viene trovata morta. Un fatto che non stupisce Corney  (che vide la donna intrattenersi con un uomo decisamente maleducato poco incline allo scherzo), ma lascia sconvolta Lucy, la quale assiste direttamente all’omicidio.

Di lì, in tempi più o meno ravvicinati, Lucy e Corney cambiano luoghi di vita e il lavoro, non riuscendo a fare a meno di incontrarsi con l’assassino che tanto temono, un vero mago dei travestimenti.

Il lettore non solo viene a conoscere molto presto il nome dello stesso, ma ne segue buona parte dell’esistenza, sofferta  e travagliata al pari di quella degli altri protagonisti. Sebbene questo non lo giustifichi rispetto all’atto commesso, è  impossibile non provare un po’ di pietà per questa donna che ama travestirsi da uomo, e che forse soffre al pari delle sue vittime.

Rivelare di più della storia rischia di rovinare il gusto che si potrebbe avere nel leggere questo romanzo, molto particolare, estremamente descrittivo e poco incline al politically correct. Soprattutto in virtù del fatto che, sebbene Ann Featherstone abbia una scrittura molto veloce, comprensibile ed adatta alla storia che vuole raccontare, sia comunque riuscita a fare del suo maggiore pregio il suo peggior difetto: più la parte centrale della storia appare ben descritta, coinvolgente, impressionante, tanto più la fine del romanzo sembra quasi raffazzonata, come se contasse poco nell’intero contesto.

Il finale, non scontato, si esaurisce nel giro di un paragrafo.Si tratta sicuramente di un libro da consigliare, a patto che si sia ben preparati al fatto che si potrebbe rimanere di sasso per la veloce conclusione della storia.

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