Presentazione di “Avevano spento anche la luna” di Ruta Sepetys

Uscirà domani in tutte le librerie italiane per Garzanti “Avevano spento anche la luna”, il nuovo romanzo di Ruta Sepetys che nel mondo ha già riscosso molto successo guadagnando ottime recensioni in tutto il mondo dove è stato pubblicato in ben 28 Paesi. Ruta Sepetys è così pronta ad approdare anche in Italia con un romanzo incredibile che, complice le parole della giovane protagonista e del suo dolore, fanno riecheggiare tra le pagine del libro una sofferenza che ancora oggi viene ricordata come una tra le più terribili che la storia ricordi. 

Questa viene raccontata dall’autrice che si ritrova al tempo stesso voce narrante e diretta protagonista delle sofferenze vissute all’interno dei campi di lavoro in Siberia, il luogo del terrore che la stessa Sepetys ha visitato raccogliendo immagini e documentazioni. In attesa che il romanzo faccia finalmente capolino nei nostri scaffali vi lasciamo la trama del testo.

“Non avevo idea di quanto in fretta sarebbe cambiato il mio viso. Era l’ultima volta, per più di dieci anni, in cui mi sarei guardata in uno specchio vero.” Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimane soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. E’ il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell’università, è sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Settimane di pianti, urla, e morte. Fino all’arrivo in Siberia, nel campo di lavoro dell’Altaj, dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c’è qualcosa che non possono togliere a Lina. Ci sono la sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. E’ l’unico modo, se c’è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Circondata dall’odore della morte, Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onererà la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia per mezzo dell’arte e della scrittura.

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