La leggenda di Sleepy Hollow, di Washington Irvin

leggenda sleepy hollow washington irvingIn un film di qualche anno fa Whoopy Gooldberg recitava una battuta che tradotta in italiano suonava “Non c’è niente di niente in quel…niente“. E non c’è definizione migliore che si adatti al racconto “La leggenda della valle addormentata” di Washington Irvin, conosciuta sotto il nome di “La leggenda di Sleepy Hollow“. Se amate molto il film di Tim Burton tratto da questo scritto, per il vostro bene, evitate di spendere soldi per comprarne il libro.

Attirata dalla mia passione verso il film con Johnny Deep l’idea di entrare in possesso dell’ebook (praticamente regalatomi da Amazon ad un prezzo di 0,89 euro) mi sembrava la migliore mai sviluppata. Ora in tutta onestà rimpiango anche quei pochi centesimi. Non vi è modo di salvare l’opera in nessun senso: e per tanti e tanti motivi. Descrizioni prolisse, storia mal sviluppata e sebbene possa suonare un tantino osceno, Ichabod Crane è il personaggio più assurdo ed idiota mai concepito. Negativo in tutti i sensi, a prescindere dal suo comportamento e dalla fine che scopriremo farà alla fine di questo racconto.

Non ho letto ancora null’altro di Irving, e già so che non leggerò mai altro se non obbligata a farlo. Non si può sprecare metà di una storia semplicemente nel descrivere e raccontare l’atteggiamento di tutti i giorni di un protagonista che è emblema della mediocrità. Non sarebbe stato accettabile nemmeno nei confronti di un eroe. Figurarsi pensando all’ignavo, sfruttatore, idiota ma furbo Crane.  Ci si aspetta, man mano che scorrono le pagine, di poter arrivare ad un cambio di rotta, al famoso “twist in the tale” britannico in grado di rivoltare l’equazione. Ma è un sogno inutile e mal riposto.

La verità? Gli sceneggiatori de Il Mistero di Sleepy Hollow, il film, dovrebbero trasformare in romanzo l’intera sceneggiatura e metterla in vendita.  Se non altro per far riprendere dallo sconforto chi come me è rimasto scioccato dall’originale.

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