E’ arrivato in libreria “La luce prima” di Emanuele Tonon

Emanuele Tonon: uno scrittore atipico rispetto alla maggior parte dei suoi giovani: non perché adotti chissà quale stile o virtuosismo pindarico, anzi. La sua particolarità sta nel vedere al di là del proprio naso in maniera corretta e semplice e di portare i suoi lettori a fare lo stesso. E’ uscito il suo secondo libro, “La Luce Prima”, un opera fortemente ispirata alla morte della madre.  Per capire meglio questo scrittore e la sua opera dobbiamo partire dalla sua essenza.

E lo facciamo scorrendo con voi una notevole intervista rilasciata dall’autore a GQ in merito alla sua vita.  Emanuele Tonon, non tutti lo sanno, è un ex “seminarista”. Uso la parola tra le virgolette perché la vita scelta dal giovane, classe 1970 era quella del francescano di Assisi. Una folgorazione, possiamo chiamarla così, avvenuta una mattina della sua adolescenza quando ha visto tirar fuori da una macchina un suo amico, morto per overdose

Da lì è partito un percorso spirituale. Che si ferma però con i 25 anni, quando, come spesso accade alle menti potenti come quella del nostro scrittore, qualcosa si incrina. E sebbene lui rigetti tale etichettatura, la sua scrittura riflette questo travaglio interiore nel quale vive, quella voglia di scoperchiare le brutture italiane  e far capire che alla fine,  esempio che calza di più, la povertà non è rappresentata solo dai bambini che vivono in africa, ma da situazioni similari anche in Italia, spesso non curate perché fatte passare sotto traccia.

“La luce prima” è un romanzo che racconta la sofferenza dello scrittore per la morte della madre. Ma è anche molto di più: un modo per mandare via questo dolore o per lo meno essere in grado di gestirlo. Una sorta di dialogo, un flusso di coscienza ben delineato che si bea e viene completato dalla prosa aulica con il quale è stato scritto.

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