Garzanti, la collana di saggi Le forme

Le Forme è una piccola grande collana di saggistica edita dalla Garzanti, caratterizzata dal formato tascabile, un non oneroso numero di pagine ed una semplice e piacevole copertina azzurra. Gli argomenti sono i più disparati, gli autori a volte noti al grande pubblico, altri meno, ma tutti di un certo peso e rilievo.

E’ una collana fatta per chi ama pensare e curiosare anche tra i pensieri degli altri: letteratura, giornalismo, poesia, politica, religione, psicologia. Dato il costo di ogni volume, 11 euro in formato cartaceo, 10 in formato pdf, possiamo permetterci il lusso di scoprire nuovi autori, di rischiare quando non li conosciamo o conosciamo poco dell’argomento.

Tra i titoli pubblicati sino a questo momento vi citerò, ad esempio: Abbé Pierre – Mio Dio… perché?; Haim Baharier – La Genesi spiegata da mia figlia; Ingrid Betancourt – Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli; Frans de Waal – Primati e filosofi; Paolo Lagazzi – La casa del poeta; Enrico Pedemonte – Morte e resurrezione dei giornali; Barbara Schiavulli – Guerra e guerra; George Steiner – Dieci (possibili) ragioni della tristezza del pensiero; Todorov Tzvetan – La letteratura in pericolo; Andrea Zanzotto e Marzio Breda – In questo progresso scorsoio.

Per il momento ne ho comprati due: il saggio di Todorov sulla letteratura in pericolo e quello di Steiner sulla tristezza del pensiero. Il primo andrebbe letto di pari passo con il saggio di Pennac Come un Romanzo.

Todorov fa notare come negli anni lo studio della letteratura si sia poi trasformato nello studio dei testi critici sulla letteratura. Pensateci bene: a scuola studiavamo davvero le opere o piuttosto il pensiero degli altri su quelle opere e come analizzarle?

Steiner invece cerca di rispondere alla domanda: perché siamo tristi? E lo fa spingendoci a ragionare sul nostro pensiero, sulla necessità del pensare, del voler comprendere, del volersi dare ragione del mondo e di tutti i suoi perché.

Mi rendo conto di aver semplificato e banalizzato due saggi che sono di un certo spessore e per quanto chiari non parlano certo il linguaggio dei blog. Sono tuttavia davvero curiosi e il loro valore aggiunto, quello che hanno tutti i buoni libri, è che non ci lasciano come ci hanno trovati.

Lascia un commento