“Finché morte non ci separi”: la strage di Erba tra amore e criminologia

Finché morte non ci separi”: un titolo abbastanza romantico per un libro che ci farebbe sognare se non contenesse al suo interno il racconto della nascita dell’amore di Olindo e Rosa Bazzi e la ricostruzione della strage di Erba, perpetrata per l’appunto dalla coppia, giusto ieri condannata definitivamente all’ergastolo.

Il tutto nasce da una corrispondenza tra Olindo, Rosa e la giornalista de “La Gazzetta di Mezzogiorno” Cristiana Cimmino, che ha ricostruito gli avvenimenti attraverso le testimonianze dei due carnefici.

Si tratta di un volume che riunisce sotto lo stessa copertina sia l’amore tra i due assassini, sia una ricostruzione effettuata basandosi sugli iter processuali e sul tentativo in qualche modo di ricostruire la psicologia di queste due persone secondo la scrittrice

tanto ingenui da essere indotti a confessare ogni genere di brutalità, con l’illusione di poter restare insieme.

Ecco come Olindo racconta di aver conosciuto Rosa:

Era un soleggiato pomeriggio d’autunno, una piccola Rosa, parole custodite dal tempo, lì vicino la casa di Nostro Signore. Un sorriso, la sua gioia di comunicare, quando i nostri sguardi si incontrarono, in quell’attimo abbiamo capito che nasceva un sogno meraviglioso (non a tutti è concesso).

Un sentimento profondo tra i due, quasi di dipendenza, esternato da entrambi nel corso della corrispondenza con la giornalista, dal quale esce un libro che punta non solo a rendere pubblico l’amore tra i due, condannati per la barbara uccisione di Raffaella Castagna e del figlio Youssef di 2 anni, di sua madre Un libro che sebbene la giornalista si dichiari “né innocentista, né colpevolista”, sembra essere fatto proprio per portare acqua al mulino dei Romano. Tra le testimonianze che il volume riporta anche quella del criminologo Francesco Bruno, convinto dell’innocenza dei due.

Dal canto suo la giornalista si chiede:

Le indagini dovevano essere più accurate. Perché è stata abbondata subito la pista della vendetta trasversale contro Azouz? Perché non si vuole ascoltare il boss della mafia turca in carcere ad Opera che, pur non avendo mai incontrato Olindo, dice di avere le prove della sua innocenza?

La cassazione ha deciso. Sarà curioso scoprire l’impatto che il libro avrà sulla popolazione.

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