Esce “Amortalità” di Catherine Mayer

esce amortalità catherine mayerC’è chi a causa di stress e problemi si sente di avere 90 anni anche se ne ha 30. E chi a 40 se ne sente 16. E’ per esprimere questo concetto che è stata coniata la parola amortalità dalla giornalista e scrittrice  Catherine Mayer nel 2009. Parola che ha dato titolo ad un opera che presto finalmente, verrà pubblicata anche qui in Italia.

Questo termine è stato creato dall’autrice per spiegare il modo confuso con il quale molte persone, famose o meno, vivono la propria età, comportandosi, ad esempio, da giovani quando ormai non lo sono più. Il volume è stato tradotto dalla Iacobelli Editore e grazie allo stesso sarà disponibile tra qualche giorno in libreria.

Un libro che calza perfettamente nella realtà italiana, secondo Lorella Zanardo, che ne ha scritto la prefazione, di cui vi proponiamo un piccolo estratto:

Nel mondo globalizzato i dati di Mayer sono perfettamente adattabili anche alla realtà italiana: in un paese che invecchia e che a breve sarà abitato da una maggioranza di ultrasessantenni, spesso fortemente amortali, e che dunque hanno una prospettiva di vita lunghissima e non considerano la morte come un evento prossimo, la rappresentazione degli anziani nei media è quasi inesistente o spesso irreale, con conseguenze non trascurabili, quasi una rimozione di una fase della vita che è divenuta lunghissima ma di cui, in una società dominata dal culto della giovinezza, non si vuole tenere conto.

In particolare è la non adeguatezza al proprio status sociale ed anagrafico ad aver colpito Catherine Mayer a tal punto da averne voluto scrivere il libro. La morte, secondo la scrittrice, viene vissuta da queste persone come un evento non rientrante nella “logica” della vita. Lo stesso concetto viene semplicemente scansato, a favore di una vita vissuta sempre e completamente al massimo degli standard.

Il libro pone come esempio classico di “amortale”  Woody Allen. Il regista aliena il concetto stesso di morte non riposando nemmeno un attimo: un film all’anno da ormai quaranta anni ed le esibizioni di clarinetto insieme alla sua jazz band lo occupano in pieno. Lui stesso spiega il suo atteggiamento:

Se ti arrovelli su una battuta, su un costume, una parrucca, sulle scenografie e sui giornalieri, non hai tempo per pensare alla morte e a quanto sia breve la vita.

Interessante: alla fine del libro vi è un test per capire se si è degli amortali.

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