Il confessore di Cavour di Lorenzo Greco

confessore Cavour grecoCavour era stato scomunicato. La Chiesa non poteva tollerare la sua politica mirata all’Unità d’Italia e dunque al ridimensionamento dello Stato Pontificio. Pio IX non accettava compromessi e rifiutava qualsiasi accordo.

Cavour, tuttavia, era credente e in punto di morte, pur sapendo che secondo la scomunica non ne avrebbe avuto diritto, chiese che gli fossero amministrati gli ultimi sacramenti, compresa la confessione. La sua richiesta venne accolta da Fra’ Giacomo da Poirino.

E’ qui che comincia la storia de Il confessore di Cavour. Una storia vera, quella narrata da Lorenzo Greco (tra i finalisti dello Strega 2011) che prende le mosse però da un documento storico, redatto proprio dal suddetto frate.

Fra’ Giacomo da Poirino venne convocato da Pio IX, che non gradì affatto la sua disponibilità nei confronti del Conte e tanto meno la sua fermezza di carattere (magari poco sospettabile in un atteggiamento mite). Lo mise perciò nelle mani del Sant’Uffizio.

Devo ammettere che ho trovato l’inizio del romanzo un po’ lento, per i miei gusti, ma mi ha anche incuriosito il punto di vista che Greco offre al suo lettore. Attraverso Fra’ Giacomo, infatti, che narra la sua storia in prima persona, entriamo non solo in un’epoca storica che spesso poco amiamo (perché costretti a considerarla semplicemente una lezione scolastica), ma anche nel mondo ecclesiastico dell’epoca.

Penso che per molti di noi questo genere di romanzi, come anche i classici tipo Piccolo Mondo Antico, siano una vera salvezza perché ci rendono piacevole lo “studio” della storia d’Italia, ricostruendo non solo paesaggi geografici e umani, ma anche un certo modo di relazionarsi, di vivere, persino di tremare dalla paura (come vi sentireste voi davanti a Pio IX e al Sant’Uffizio, sapendo che basta una sola parola per fare una brutta fine?).

Leggendo il romanzo di Greco ho pensato che la stessa storia, nelle mani di un autore di Best Sellers, si sarebbe trasformata in un thriller semi-psicologico, con descrizioni di torture e misteri insospettabili. Forse siamo troppo abituati a rileggere certi avvenimenti in questa chiave.

Il confessore di Cavour, scritto direi quasi con mano puntuale e tranquilla, ci ricorda invece che la politica, le torture, la paura, il controllo e molti dei grandi eventi che cambiarono la storia d’Italia, si svolsero in giornate normali, attraverso persone normali. Il che, pensandoci bene, è davvero molto più agghiacciante di una qualsiasi prospettiva semplicistica.

«No!» mi rispose il Papa, «No che non l’avete fatto, voi, il vostro dovere. Dovete ora dichiarare per iscritto che voi mancaste al vostro compito, il quale esattamente era di obbligarlo a ritrattare. Poi di voi vediamo cosa fare.» Mai in vita mia rimpiansi tanto di non possedere una dialettica e una prontezza di parola valide a difendere me stesso, in un confronto così difficile. […] Riuscii solo a ripetere, con lo sguardo a terra, le spalle curve, la voce ridotta a un filo impercettibile, che io non avrei mai sottoscritto la dichiarazione che mi si richiedeva, perché non corrispondeva alla verità. Mentre sapevo di aver fatto il mio
dovere, e sentivo che non avrei mai ceduto, tuttavia questa certezza non bastava a darmi la forza sufficiente per difendermi. «Se facessi una tale dichiarazione, tradirei la mia coscienza», riuscii a dire con un ultimo sforzo per vincere la commozione. A tale mia risposta, il Santo Padre perse del tutto la pazienza […]

Autore: Lorenzo Greco
Titolo: Il confessore di Cavour
Editore: Manni
Anno: 2010
Pagine: 160
Prezzo: € 15,00
ISBN 978-88-6266-249-9

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