Auguri a tutti i lettori d’Italia

Gli italiani, escluso noi lettori di Libri e Bit ovviamente, non sono un popolo di lettori. Eppure per questi 150 dell’Unità Italia si è molto parlato di libri sul tema e, come vedrete, stamattina, di promozioni legate all’anniversario.

Come italiana con un minimo amor di patria, diciamo che sono un pelino sopra la media, credo che siano proprio i libri che possono aiutarci a migliorare il popolo italiano. Un popolo ancora diviso, spesso poco informato e poco desideroso di informarsi, che vive di leggende metropolitane e luoghi comuni.

Leggere è invece viaggiare, confrontarsi, nutrire la propria curiosità. Per questo, credo, abbiamo la precisa responsabilità non solo di crescere e migliorare, ma anche di proporre e diffondere la lettura, specialmente se siamo genitori.

L’istruzione e la conoscenza sono un passo fondamentale verso la libertà e la civiltà. Non per niente le missioni umanitarie, di qualsiasi provenienza, edificano scuole, provvedono che i più discriminati abbiano accesso alla cultura.

Mi raccomando, siate italiane e italiani che leggono e che leggono tanto e che leggono di tutto insieme ai propri figli. Buona festa dell’Unità d’Italia a tutti e un suggerimento di lettura: riprendete in mano Piccolo Mondo Antico, scaricabile gratuitamente su Liber Liber.

Finalmente Pedraglio disse: “Dunque?”, e si alzò. “Andiamo?”, fece Luisa avviandosi per la prima. “E il nome?”, chiese l’avvocato. Tutti si fermarono. “Che nome?” “Il nome del nuovo Regno.” Franco posò subito la candela. “Bravo”, diss’egli, “il nome!”, come se fosse una cosa da decidere prima di andare a letto. Nuova discussione. Piemonte? Cisalpino? Alta Italia? Italia?
Luisa posò presto la candela anche lei, e Pedraglio, perché gli altri non volevano passargli il suo Italia, la posò pure. Però siccome il dibattito andava troppo per le lunghe, riprese la candela e corse via ripetendo: “Italia, Italia, Italia, Italia!” senz’ascoltar i “zitto” e i richiami degli altri che lo seguivano in punta di piedi.[…]

[…]Sua moglie lo aspettava ferma in mezzo alla camera, guardando l’uscio. Appena lo vide entrare gli andò, grave, incontro, lo abbracciò stretto stretto, e quando egli, passati alcuni momenti, fece dolcemente atto di sciogliersi, raddoppiò la stretta, sempre in silenzio. Franco, allora, intese. Ella lo abbracciava adesso come lo aveva impetuosamente baciato prima, quando si era parlato di andar tutti alla guerra. Strinse egli pure le tempie di lei fra le mani, le baciò, le ribaciò i capelli e disse dolcemente: “Cara, pensa che gran cosa, dopo, questa Italia!”. “Oh sì!”, diss’ella.

[Photo Credits: The Italian Voice su Flickr]

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