Le autobiografie hanno tutte un altro sapore, specialmente se scritte da una persona che di mestiere fa il comico. Questo è un dato pacifico che all’interno di “Ho sposato un deficiente” di Carla Signoris, attrice di cinema e di teatro, nonché moglie di Maurizio Crozza è espresso in maniera totalitaria e diciamolo pure, intrigante.
Narrativa
Recensioni di libri di narrativa, tutti i generi
Murakami, 1Q84 e la resistenza
Tutti lì a parlare di Murakami e del suo 1Q84 (la cui pronuncia, in giapponese, è identica a “1984”) e così mi sono decisa anche io a comprare questo corposo romanzo, che conta più di settecento pagine. Gli amici che l’hanno letto mi avevano accennato la storia, che mi aveva in effetti incuriosita.
1Q84 è in realtà un reticolato di storie, pur avendo due protagonisti, le cui esistenze scorrono parallele sotto i nostri occhi di lettori attenti. Si tratta di due trentenni, con due vite completamente diverse. Lei, Aomame, è una giovane donna, dall’aria tranquilla e composta. In realtà è una sicaria, che elimina principalmente uomini violenti. Durante una delle sue missioni, Aomame ha la sensazione che la realtà e i suoi ricordi siano come alterati.
Ti ricordi di me, di Sophie Kinsella
Sophie Kinsella, all’anagrafe Madeleine Wickham, possiede un ottimo pregio: quello di una scrittura leggera, scorrevole e piacevole. A prescindere dal tema che decide di affrontare. E se come accade in “Ti ricordi di me?” riesce a centrare l’obiettivo di una storia intelligente seppure presa con l’animo un po’ sbarazzino tipico dei chick-lit, il risultato non può non essere considerato altro che egregio, inarrivabile ed, perchè no, interessante a prescindere dal genere.
Le difettose di Eleonora Mazzoni, recensione
Ai primi di aprile Giada aveva annunciato l’uscita, per Einaudi, del romanzo Le difettose di Eleonora Mazzoni. Il tema mi ha incuriosita molto perché ho diverse amiche che stanno vivendo la stessa situazione della protagonista e così mi sono letteralmente fiondata sul libro, che ho finito in un solo pomeriggio.
Racconta la storia di Carla, quarantenne, ricercatrice universitaria, legata ad un uomo che ama alla follia e con cui ha deciso di avere un bambino. Solo che il bambino non arriva e Carla, come molte altre donne, decide di intraprendere l’estenuante viaggio della fecondazione artificiale.
La Mazzoni ci racconta il percorso medico di Carla (sale d’attesa, medici e infermiere indisponenti, metodi alternativi di ogni tipo), quello emotivo (le conversazioni con le amiche con cui condivide la ricerca di un figlio, i forum online) e poi il suo quotidiano, la relazione con il suo uomo, il laureando che la affascina, i suoi studi, i ricordi d’infanzia. Il tutto curiosamente e sapientemente punteggiato dai consigli di Seneca, di cui Carla è un’appassionata lettrice.
La puttana acculturata, di Carla Festa
Un libro dall’enorme potenziale che poteva essere sfruttato decisamente meglio. Una idea di base molto semplice che avrebbe potuto essere stata sviluppata adeguatamente, data anche la decisa esperienza dell’autrice in quanto a letteratura e settore editoriale. Parlo de “La puttana acculturata” di Carla Festa. Un libro piacevole e veloce da leggere, ma limitato nello svolgimento e mi dispiace dirlo, un po’ troncato nel finale.
Otto ore, di Francesco Scardone
Molti dei libri e racconti che leggo per Libri e bit mi piacciono, altri mi piacciono meno ma mi incuriosiscono ugualmente. Alcuni, forse troppi, sono banali. Pochissimi ottimi. Otto ore di Francesco Scardone è tra questi.
Un racconto avvincente, ben costruito, ben scritto, dal ritmo serrato e soprattutto calato pienamente nella realtà italiana (nella cronaca come nei programmi che di quella stessa cronaca fanno scempio).
Una caratteristica non da poco, visto che quando che mi decido a leggere storie che non mi lasceranno dormire mi sembra che scimmiottino tutte i thriller americani. E ora passiamo, per quanto possibile, alla storia.
Se non ora quando, di Eve Ensler
Sono anni che Eve Ensler con i suoi Monologhi della vagina, si batte non solo contro le violenze che le donne da sempre subiscono in ogni parte del mondo, ma anche perché cresca la consapevolezza della nostra identità, dei nostri diritti, della nostra specificità di esseri umani di sesso femminile.
Lo scorso anno, Piemme aveva pubblicato, della stessa autrice, Io sono emozione, dedicato alle ragazze più giovani ma indicatissimo anche per noi lettrici over “anta”.
Quest’anno sempre la Piemme ci propone invece Se non ora quando, una raccolta di racconti recitati nel 2006 a New York in occasione del Festival Until the Violence Stops. Tra gli autori, nomi famosi del panorama letterario statunitense.
Il canto ferito di Alda Merini
Il mio rapporto con Alda Merini è conflittuale. Ne sono sempre stata affascinata, da quando cominciai a sentirne parlare in televisione. Era così diversa dall’idea di poetesse e poeti che mi ero fatta a scuola. Era una donna vera, che ad alcuni piaceva ad altri no. Ero molto perplessa dal disordine che regnava nella sua casa, dall’aria trasandata e sporca che il suo mondo emanava.
La prima volta che acquistai una raccolta delle sue poesie non riuscivo ad andare avanti. Leggerle mi costava fatica e non perché non mi piacessero, ma perché mi ritiravo turbata dai suoi versi. Sentivo che qualcosa dentro di me esplodeva, cambiava. Mi sentivo turbata e pensavo dipendesse dalla vita che la Merini aveva avuto, dal suo passato in clinica psichiatrica che trovavo oltremodo doloroso.
Peter Englund, La bellezza e l’orrore
Peter Englund, membro dell’Accademia di Svezia e suo segretario (parliamo della famosa Accademia che assegna il Nobel) ci regala un libro alquanto singolare. Ha infatti deciso di parlare della Grande Guerra da un punto di vista particolare: quello del “come fu”, come racconta lui stesso nella prefazione al volume.
Ha perciò scelto diciannove storie, tutte accadute realmente ed è attraverso queste che cerca di farci entrare in un periodo o per meglio dire in un’esperienza tanto lontana da noi. Tutti i personaggi di cui ci racconta hanno preso parte ai combattimenti e tra di loro ci sono prigionieri, caduti, eroi, relitti.
E’ stata sufficiente questa introduzione a spingermi a leggere il libro. Non solo perché amo i racconti, perché li trovo sempre più adatti a lettore moderno, come ho detto altre volte su Libri e Bit, ma perché l’unico modo per convincere la sottoscritta ad interessarsi di storia e di guerre è farlo attraverso non dei dati astratti ma attraverso le persone che hanno fatto parte di quegli eventi.
Il mistero dei cloni giganti, di Anna Lo piano
Facebook mi piace anche per questo: mentre penso ai fatti miei, nella colonnina di destra su cui leggo i vari aggiornamenti, mi compare un link a questo libro e così mi incuriosisco e vado a dare un’occhiata.
Sono sempre più convinta che per il nostro bene e quello dei nostri figli sia importante spulciare tra le case editrici minori, tra i talentuosi scrittori e illustratori per ragazzi che non hanno ancora un posto importante nell’editoria italiana.
Soltanto così si possono scoprire progetti intelligenti e storie nuove e, lo dico, credetemi senza alcun atteggiamento snob, italiane.
Se da un lato, infatti, vado a caccia per mia figlia di storie che giungano da tutte le parti del mondo, dall’altro cerco di tenerla lontano da racconti, stili e disegni stereotipati. Ora però parliamo di questo divertente Il mistero dei cloni giganti.