Cartello ebook: la Apple non cede in Tribunale

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Passano i mesi, ma non cambia assolutamente l’atteggiamento della Apple nei confronti delle accuse rivoltegli dal Dipartimento di Giustizia americano in merito alla questione del cartello sul prezzo degli ebook creato con le altre grandi del settore.  A dispetto della decisione di alcuni correi di cedere ad un “patteggiamento”, la casa di Cupertino rimane salda sulle sue decisioni.

Ha infatti richiesto in via ufficiale che vengano rifiutati dal giudice del dibattimento gli accordi proposti alle parti dal governo statunitense per risolvere la questione del prezzo degli ebook. Insieme a lei, lo ricordiamo, sono sottoposti a giudizio anche la Hachette Livre, la Harper Collins, Simon&Schuster, Penguin e Macmillan. Tutti grandi nomi dell’editoria, tutti accusati di aver tramato contro il “lettore” medio per tenere alti i prezzi. Gli Stati Uniti contestano infatti l’adozione del modello di agenzia che fa scegliere il prezzo finale agli editori e non quello “wholesale” che consente ai rivenditori questo privilegio, analogamente a ciò che fa Amazon da tempo. Mentre il primo va a favore degli editori, la seconda metodologia è tutta a favore di chi acquista, libero di farlo in questo modo a prezzo più basso.

Simont&Schuster, HarperCollins e Hachette Book Group hanno sì rifiutato le accuse, ma anche accettato di sottoscrivere un compromesso in base al quale rimborseranno gli utenti e correggeranno i prezzi annullando gli accordi vigenti che li legano ad Apple. Un’ulteriore motivazione per l’azienda di computer per rigettare la proposta lanciata dal Dipartimento di Giustizia, che di base “riscriverebbe” i contratti tra le parti sottoscritti legalmente senza nemmeno che si arrivi al processo vero e proprio. Un atteggiamento questo totalmente contrario alla tutela dei suoi diritti.

La maggior arma di difesa di Apple al momento? E’ la “clausola della nazione più favorita” interna ai suoi contratti. Sebbene contestata perché impedisce alle case editrici di concedere migliori condizioni a terze parti rispetto a quelle concesse ad lei, non costringe però al modello di agenzia, lasciandoli liberi di applicare modelli wholesale con altri distributori come fatto da alcuni editori minori. Come finirà?

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