Books on the Bus: Torino con Giuseppe Culicchia

Una Torino inedita vista attraverso gli occhi di un grande scrittore italiano e torinese, Giuseppe Culicchia, che ha accompagnato tutti i turisti, e non, alla scoperta di una città barocca, misteriosa, letteraria e in continuo movimento. Tra i turisti e i torinesi più appassionati c’ero anche io pronta a immortalare i momenti più interessanti e a rendervi partecipi dell’incontro trascorso.

La mia avventura Books on the Bus a bordo del pullman turistico è iniziata venerdì 18 maggio alle ore 18 quando, tra insegnanti in pensione, giovani studenti e lettori curiosi, lo scrittore è salito sul bus letterario, emozionato e soprattutto felice di poter ammirare, di fronte a sé, uno stuolo di lettori appassionati, pronti a ingoiare con golosità ogni singola parola.

Con qualche minuto di ritardo il pullman scoperto è partito e lo scrittore, in piedi e diretto verso il pubblico ha iniziato a illustrare ai suoi ascoltatori le bellezze della città accompagnando ogni monumento, più o meno prestigioso, alla lettura del passo a esso dedicato tra le pagine del suo romanzo Torino è casa mia. Da Palazzo Nuovo, università degli studi di Torino e causa dell’abbandono del percorso universitario di ogni studente di lettere, lingue, scienze della comunicazione e molto altro, alla Stazione di Porta Nuova, luogo di arrivo e di benvenuto per tutti gli stranieri e gli italiani che scelgono di giungere nella nostra città per poco o per sempre.

Immigrazione, Olimpiadi, Fiat, Mole Antonelliana (“E poi? Che fare?”, come ripetuto più volte dallo scrittore nella sua lettura per il Circolo dei Lettori in occasione del Salone del Libro): ricordi, attualità e pillole cittadine quotidiane che mostrano una passione intensa per il capoluogo torinese che Culicchia ha saputo coltivare negli anni; da ragazzino siciliano migrante e stupito di fronte a una nuova realtà a torinese d’azione, comodo il caotico sabato pomeriggio di via Po, l’alta borghesia della Collina e il pigro aperitivo offerto sulle sponde dei “Muri”.

E alla fine del Books on the Bus c’è spazio per una stretta di mano, un autografo e qualche ringraziamento… Perché il torinese è un po’ così, appassionato ma sempre discreto.

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