3096 giorni, il libro di Natasha Kampusch

Natascha Kampusch: alcuni di voi ricorderanno il suo viso pulito e spaventato, altri il suo nome. E’ la ragazza sfuggita nel 2006 dalla prigionia nella quale era stata rinchiusa all’età di 10 anni, nel 1998 dopo essere stata rapita.

E’ lei stessa ora a prendere timidamente la parola, attraverso il suo libro3096 giorni” ovvero il tempo che è rimasta nelle mani del suo aguzzino.

L’esperienza che ha passato, è ancora notevolmente presente in ogni suo gesto. Fa fatica a guardare negli occhi l’interlocutore, per quanto gentile possa essere. E tuttora si trova sotto analisi per tentare di uscire da quel gioco sottile di controllo e sofferenza che ha rappresentato la sua crescita. Ora il libro, uscito nel settembre 2010 nel resto d’Europa, giunge anche in Italia.

Natasha da vita a quattro anni dalla liberazione alla sua autobiografia, ad un libro verità su quella storia che per mesi ha appassionato il mondo intero. Parliamo di una ragazza derubata della propria adolescenza, della propria vita. In alcuni casi anche abusata sessualmente, che ora deve fare i conti con una normalità non sempre facile da gestire.

Il libro, di circa 300 pagine, narra di come si è svolta la sua prigionia fin da quando un maniaco, poi suicida al momento della sua fuga, la rapì ancora bambina. Il volume descrive la sua vita in 12 metri quadrati di stanza. Era lui, Wolfgang Priklopil, il suo carceriere a decidere quando lei poteva dormire, quando poteva mangiare, quando addirittura poteva andare al bagno. Ed ancora le prime uscite, prima nel resto dell’abitazione e poi all’esterno, a fare la spesa. Situazioni nelle quale la giovane veniva così intimorita che non aveva il coraggio di scappare.

Fino al giorno in cui, complice una distrazione del suo carceriere mentre lei lavava la sua macchina, lei ha preso letteralmente il volo, uscendo dal giardino grazie al cancello aperto, correndo come un auto in fuga verso la sua libertà.

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