Darker di E.L. James, recensione

Quando ci si trova davanti a E.L. James l’unica domanda reale da porsi è “perchè“? Anche quando si decide di leggere “Darker” l’ennesimo volume che parla della storia di Anastasia Steele e Christian Grey dal punto di vista di quest’ultimo.

Probabilmente si tratta di masochismo letterario, non vi è altra spiegazione. E non solo perché da un libro erotico ci si aspetterebbe decisamente di meglio ma soprattutto perché dal punto di vista sociale si può pretendere di più. Non se ne è coscienti mentre si legge la prima trilogia di 50 sfumature di quanto si sia fortunati ad essere nella mente, seppur non eccelsa, di Ana: quando si viene scaraventati in quella del futuro marito c’è da sentirsi male. E non tanto per il modo di scrivere dell’autrice che nel bene e nel male funziona fino a che lo leggi in lingua originale, ma per quanto idiota sembri il personaggio di Christian. Un volume come “Darker” insegna che in fin dei conti sì, si può ridere sul film, ma quando si arriva ai libri è decisamente peggio.

Soprattutto se non calcoliamo quei tre giorni nei quali la coppia è divisa ed il maschio alfa si trasforma in un adolescente innamorato pur essendo fuori “misura” con l’età: dove finisce il “dominatore” che non deve chiedere mai? Ma lì finisce quella pur flebile attrattiva che un libro come questo può avere. Furba E.L. James che ancora una volta guadagna e molto su una pessima storia.  Consigliato? Direi di no, ma immagino quanta gente ne sia appassionata quindi… a discrezione e propria coscienza.

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