TQ. Generazione trenta-quaranta: gli scrittori si impegnano

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Mi sono sempre chiesta fino a che punto ha senso per uno scrittore impegnarsi politicamente, lasciando all’avverbio la più ampia delle sue accezioni. Ho chiesto ad esempio a Licia Troisi come mai avesse deciso di condividere alcune sue idee politiche sul blog. Ho anche tentato di ragionare sulla possibilità di classificare gli scrittori in scrittori di destra e di sinistra.

Il mio limite, lo ammetto, è sempre stato quello di immaginarli in un bar, al mercato o davanti ad una finestra aperta ad osservare la gente, quasi come degli antropologi che entrano nella realtà per conoscerla, ma non la modificano. Negli ultimi anni, invece, sempre più scrittori, ma anche artisti sentono il bisogno di dare un contributo attivo al cambiamento della nostra società. In quest’ottica, ad aprile 2011, è nato il gruppo TQ. Generazione trenta-quaranta. Chi ne fa parte?

Nell’elenco di chi ha aderito al progetto troverete nomi di scrittori noti e meno noti. Molti altri, erano un centinaio al principio, hanno preferito rinunciare. Il progetto è però aperto a tutti, tanto che è possibile contattarli via email per entrare a far parte del gruppo.

Leggendo il manifesto del gruppo per intero, in effetti, si ha la sensazione di uno schieramento molto preciso, che vorrei però discutere insieme a voi. Vi riporto per ora solo alcuni brani dello stesso, in attesa dei vostri commenti e di riprendere la conversazione sul tema.

Cito dal loro manifesto:

TQ si è raccolta, dunque, non attorno a istanze estetiche, bensì politiche e sociali. Questo non è, infatti, un movimento artistico o letterario nel senso novecentesco del termine, ma un gruppo di intellettuali e lavoratori della conoscenza che ha l’ambizione di intervenire nel cuore della società italiana e nel tessuto ormai consunto delle sue relazioni materiali, di indicarne con maggior forza le lacerazioni – partendo dalla sistematizzazione della provvisorietà lavorativa, la vera ferita generazionale su cui si sono incistati molti dei mali contemporanei – e di avanzare una nuova visione operativa della cultura, in grado di contrastare finalmente l’incessante svalutazione che ha subito il concetto stesso di cultura e il ruolo di chi la produce e la diffonde.

Per questo TQ adotta come uno dei suoi principi d’azione la promozione della bibliodiversità, difendendo la complessità e la varietà delle scritture in un panorama editoriale prevalentemente orientato ai criteri estetici e produttivi del largo consumo.

Photo Credits | KristianD su Flickr

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