Licia Troisi da Fazio e Saviano

Licia Troisi

Update: intervento cancellato. Licia Troisi informa sul suo blog che non parteciperà alla trasmissione. Peccato. Qui la notizia.

Debutta stasera su La 7, alle 21.10, il programma Quello che (non) ho, condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano. Ne parliamo su Libri e Bit, stavolta, non a proposito di Roberto Saviano scrittore, ma di una delle ospiti della trasmissione. Nella puntata di mercoledì sarà infatti presente un’altra scrittrice amatissima dai lettori italiani, Licia Troisi.

Ogni ospite, come leggo sul blog della scrittrice, è stato invitato a parlare della parola che più gli sta a cuore (nelle varie puntate ci saranno anche Erri de Luca, Lerner, Travaglio). La sua, naturalmente, è top secret. Se volete, per il momento potete leggere il post della Troisi o l’intervista che ci ha concesso per Libri e Bit.

Sulla pagina del programma potete inserire anche la vostra parola e commentare la scelta che avete fatto. Vi sembra un gioco strano o inutile? Non lo è affatto se consideriamo che la nostra lingua è ricca, ma usata al minimo delle sue possibilità.

Non dobbiamo certo parlare ogni giorno, per usare un’espressione un po’ desueta, come un libro stampato. Tuttavia, sarebbe anche divertente, utile, riscoprire i sinonimi e i contrari dei termini che usiamo abitualmente. Sforzandoci di non usare sempre e soltanto “cosa”, “fatto”, “bello”, “brutto” e via dicendo, scopriremmo non solo la ricchezza della nostra lingua, ma anche dei nostri pensieri, delle nostre emozioni.

Più esploriamo ed usiamo a proposito le parole italiane, secondo me, più complessità possiamo esprimere. Il che implica, poi, maggiore libertà e possibilità di confronto. Come ricorda la Troisi:

[…] in 1984, il libro di Orwell che vi stra-consiglio, la dittatura cerca di introdurre la Neo-lingua, un nuovo linguaggio larvato e incompleto che non conosca parole per esprimere i concetti di ribellione e libertà, affinché persino immaginare un mondo diverso sia impossibile. Ecco, le parole sono importanti, dobbiamo curarle, accudirle, e farle nostre.

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