Scrittori inglesi contro la pirateria

Quando si parla di pirateria non ci si può esimere dal calcolare anche quella che colpisce il mercato degli ebook. A sentire la problematica con maggior vigore sono gli scrittori inglesi che sotto lo slogan “chi ama i libri, non li ruba” chiedono a gran voce una campagna per combattere la pirateria on-line.

C’è chi è convinto che i lettori che scaricano da Internet  non capiscono  tutte le conseguenze delle loro azioni, altri che pensano tout court che sia un furto. Ma dov’è la verità?

Il sito  di The Guardian dà voce agli scrittori, che si lamentano di come a differenza dei cantanti, essi non possono contare sul merchandising  e sui concerti per poter tirare avanti “la carretta”. Per lo scrittore è differente, non si può comparare la vendita di libri ad un euro con la vendita dei brani musicali a 1$ o 1€.

Il discorso, bisognerebbe rispondere agli scrittori,  è sempre lo stesso. L’utente compra perché è conveniente farlo. Se un libro o un bene costano poco, o hanno un giusto prezzo, lo scaricatore, piuttosto che avere una copia gratuita malfatta, prenderà in considerazione l’idea di fare un download legale. Questo è il concetto che non riesce assolutamente ad entrare nella mente né degli scrittori né degli editori, e che viene confermata dal letterari come quelli di Amanda Hocking, scrittrice indipendente che non ha concluso nessun contratto con una casa editrice, ma che sta guadagnando milioni di dollari vendendo  il  proprio ebook sul Kindle store di Amazon.

Il tutto ad un prezzo medio di 0,99 centesimi-3 dollari, dai quali deve essere detratto il 30% da destinare ad Amazon. Ora il modello è semplice, perché nessuno pensa ad applicarlo? Ancora, prendendo ad esempio la differenza tra cartaceo ed elettronico sul prezzo: cosa fareste se un libro tradizionale gli costasse € 10,50 ed un ebook 10 €.  Vi verrebbe voglia di scaricare per protesta. E vi sembra giusto dover pagare per il formato elettronico di un libro che già possedete?

Prima di creare battaglia contro la pirateria, deprecabile è ovvio , bisognerebbe riflettere su cosa c’è da cambiare il sistema.

Lascia un commento